La tutela dell’orso marsicano, specie carismatica e simbolo del Parco Nazionale d’Abruzzo, è il motivo per cui nel 1921 è stato istituito il parco stesso, tra i più antichi della penisola.
Che ne siano stati stimati più o meno 50 individui, che questi abbiano un patrimonio genetico unico, che non abbiano mai attaccato l’uomo e che invece abbiano sviluppato un carattere sorprendentemente docile sono tutte caratteristiche che probabilmente concorrono insieme per rendere speciale questa sottospecie di orso bruno. C’è da dire, sicuramente, che Ursus arctos marsicanus è presente solo ed esclusivamente all’interno dei confini del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, e questo è già sufficiente per giustificare gli sforzi attuati in fatto di conservazione.
Quel che preoccupa è, nonostante l’impegno, l’esiguo numero di orsi presenti: solamente 50 individui in un areale di poco più di 4000 km quadrati. Per questo motivo e con lo scopo di raddoppiare il numero di orsi entro la metà di questo secolo, il WWF ha dato vita al progetto “Orso 2×50”. “Dal 1994 al 2018, il 63% degli orsi bruni è morto per cause legate all’uomo e di questi, il 40% è morto a causa del bracconaggio”, si legge nella pagina del progetto. “Per raddoppiare la popolazione di Orso bruno marsicano entro il 2050 – spiega il WWF – è necessario intervenire per espandere il suo areale, riqualificando i corridoi biologici tra le aree naturali protette. Inoltre – proseguono – lavoreremo per creare una banca del seme per l’Orso bruno marsicano: una popolazione così ristretta impone la necessità di pensare anche ad azioni complementare, ma mai sostitutive, a quelle della semplice conservazione sul territorio”.
La conservazione, è bene precisare, non potrà fare miracoli senza la collaborazione di tutti gli “attori” coinvolti. La sensibilizzazione della popolazione, locale e non, in questo senso gioca un ruolo fondamentale. A partire dalla fine di luglio, infatti, saranno al via dei campi di educazione finalizzati proprio a questo. “Diverse le attività in programma, da eventi e serate di comunicazione e sensibilizzazione per la cittadinanza sulle buone pratiche di coesistenza con l’orso, a momenti di animazione ed educazione per i più piccoli, fino ad azioni sul campo tese a ottenere miglioramenti ambientali per l’orso, come ad esempio la pulizia di sottopassi utili per il movimento dei plantigradi e la loro espansione in nuovi territori. Non mancherà la possibilità di offrire supporto alle operazioni di monitoraggio della popolazione residua. I volontari saranno inoltre presenti quotidianamente sui sentieri escursionistici, per esplorare anche loro le terre abitate dall’orso e per dare info utili ai turisti sui corretti comportamenti da tenere”, aggiunge il WWF.
E se si incontra un orso? Che comportamento bisogna adottare? Nella pagina del progetto, in 8 semplici punti, il WWF spiega cosa è meglio fare (o non fare) se si ha la fortuna di imbattersi nell’urside marsicano:
- Se volete evitare di incontrare un orso sul vostro cammino, è sufficiente parlare o produrre rumori in modo che l’animale percepisca la vostra presenza con largo anticipo e si allontani.
- Se avete la fortuna di intravedere l’orso in lontananza, arrestatevi e rimanete fermi ad osservarlo. Non avvicinatevi mai a meno di 100 metri di distanza.
- In particolare non avvicinatevi mai a cuccioli di orso, ma anzi allontanatevene subito perché la loro madre dovrebbe essere vicina e può reagire se immagina i suoi piccoli in pericolo, come farebbe qualsiasi madre anche della nostra specie.
- Non avvicinatevi mai a una tana di orso e tantomeno tentate di entrarvi.
- Se vi doveste imbattere improvvisamente in un orso a distanza ridotta, mantenete la calma e non urlate, ma parlate per farvi riconoscere. Se l’orso rimane fermo, allontanatevi con calma, indietreggiando o muovendovi lateralmente. Se l’orso dovesse seguirvi, fermatevi e mantenete la vostra posizione. Non lanciate contro l’animale pietre o bastoni, non scappate di corsa e non arrampicatevi su un albero.
- È molto improbabile che l’orso vi attacchi ma se nonostante tutto dovesse farlo, rimanete immobili: con grande probabilità l’orso si fermerà vicino a voi senza alcun contatto fisico. Se l’attacco dovesse arrivare al contatto, distendetevi a terra a faccia in giù, coprendovi il collo con le mani. Rialzatevi solo quando l’orso non sarà più nei paraggi e segnalate l’accaduto al Parco e ai Carabinieri-Forestali.
- Se passeggiate con il vostro cane nell’habitat del plantigrado, tenetelo al guinzaglio per evitare che si avvicini a un orso, disturbandolo o attaccandolo, ma anche che lo conduca verso di voi se dovesse tornare indietro in cerca di protezione.
- Non date mai da mangiare ad animali selvatici e non abbandonate mai cibo e altri rifiuti organici nel bosco e nelle sue vicinanze, né nei pressi di rifugi. Tutti i rifiuti devono essere riportati a casa, oppure depositati in bidoni della spazzatura non accessibili alla fauna. È molto importante che gli orsi non associno fonti alimentari con la presenza umana, perché questo accentuerebbe i conflitti tra le due specie.
Di Simone Valeri