La salute del nostro Pianeta è un argomento molto delicato di cui si sente molto parlare, soprattutto in questi ultimi giorni. Ogni minuto, ogni giorno, l’equivalente di un camion di plastica finisce in mare creando problemi alle creature che ne vivono all’interno.
Se le nostre spiagge e i nostri mari sono soffocati dalla plastica non vuol dire che bisogna rassegnarsi a convivere con essa, ma si devono accendere i riflettori su una delle emergenze ambientali più gravi dei nostri tempi.
Per cercare di risolvere questa problematica, il primo di giugno, Greenpeace ha lanciato il servizio Plastic Radar, per permettere a tutti di segnalare i rifiuti in plastica su spiagge, fondali o che galleggiano nei mari italiani.
L’obiettivo è quello di sensibilizzare le aziende che si affidano alla plastica: nei mesi scorsi, infatti, Greenpeace ha lanciato una petizione (no-plastica.greenpeace.it), sottoscritta da più di un milione di persone in tutto il mondo, in cui si chiede ai grandi marchi come Coca-Cola, Pepsi, Nestlé, Unilever, Procter & Gamble, McDonald’s e Starbucks di ridurre drasticamente l’utilizzo di contenitori e imballaggi in plastica monouso.
Come dichiara il responsabile della campagna Inquinamento Greenpeace Giuseppe Ungherese: “l’iniziativa, oltre a far luce sui rifiuti in plastica più presenti nei mari italiani, vuole individuare anche i principali marchi che, da anni, continuano a immettere sul mercato enormi quantitativi di plastica, principalmente usa e getta, non assumendosi alcuna responsabilità circa il suo corretto riciclo e recupero. Se vogliamo fermare l’inquinamento da plastica nei nostri mari, è necessario che le grandi aziende affrontino concretamente le loro responsabilità, in particolare riguardo la plastica monouso, avviando immediatamente programmi che riducano drasticamente il ricorso all’utilizzo di imballaggi e contenitori in plastica usa e getta”.
L’iniziativa è alla portata di tutti e si può aderire utilizzando la più comune applicazione di messaggistica istantanea: Whatsapp. Una volta ritrovato un rifiuto in plastica sulle spiagge, sui fondali o sulla superficie del mare, basta scattare una foto del rifiuto e, se possibile, fare in modo che sia riconoscibile il marchio e il tipo di plastica di cui è costituito. Successivamente la foto va inviata, insieme alle coordinate geografiche del luogo dove è stato individuato il rifiuto, al numero di Greenpeace 342 3711267
Ogni segnalazione verrà poi elaborata e i dati relativi ad ogni rifiuto potranno essere consultati sul sito plasticradar.greenpeace.it (http://www.greenpeace.org/italy/it/Cosa-puoi-fare-tu/partecipa/plasticradar/ ) nell’arco di 24-48 ore, in questo modo sarà possibile scoprire quali sono le tipologie di imballaggi più comuni nei mari italiani, a quali categorie merceologiche appartengono, se sono in plastica usa e getta o multiuso e da quali mari italiani arriva il maggior numero di segnalazioni.
Per fermare l’inquinamento da plastica nei nostri mari ognuno deve fare la sua parte, anche le grandi aziende, attuando interventi drastici sulla produzione di imballaggi e plastiche monouso.
Serena Di Lucia