Ha raggiunto una vasta notorietà senza neanche essere prodotta. Una nuova forma di espressione collettiva che si autoalimenta ed è capace di produrre a sua volta energie pulite, rigorosamente a emissioni zero, potrebbe sormontare il cielo di Londra in occasione dei prossimi Giochi Olimpici del 2012.
Fino ad oggi solo Fantozzi era riuscito in questo intento. Celebre la scena finale di “Fantozzi contro tutti” (1980) in cui il ragioniere, in un momento di ribellione, con la sola forza del pensiero, esprime un giudizio, alquanto pesante sul Megadirettore, che viene impresso in cielo. Sarà così anche nella City? La progettazione della spettacolare e avvenieristica piattaforma di osservazione comunicherà con e grazie al contributo dei visitatori. Una raffica di dati e di immagini digitali sarà visibile a Londra semplicemente alzando gli occhi al cielo, su The CLOUD, progetto ideato da un team internazionale di professionisti, capitanato da Carlo Ratti, pioniere delle nuove frontiere tecnologiche dell’architettura, ingegnere del Massachusetts Institute of Technology (MIT) e direttore del laboratorio SENSEable Cities.
«The CLOUD nasce come simbolo forte del le prossime Olimpiadi 2012 –dice Carlo Ratti– e come nuovo landmark per la citta’ di Londra: una struttura permeabile e leggera composta da sfere in ETFE illuminate da migliaia di LEDs controllabili come pixel per creare un display tridimensionale nei cieli di Londra alimentato da informazioni in tempo reale provenienti da tutto il mondo».
Composta da una serie di torri trasparenti alte 120 metri, «The CLOUD sara’ in grado di raccogliere e rielaborare dati e informazioni di tipo ambientale per ridistribuirli in modo universalmente accessibile, funzionando come un grande dispositivo di comunicazione a scala urbana. Google fornira’ inoltre dati aggregati e anonimi relativi alle ricerche online effettuate dai Londinesi, che saranno poi visualizzate sulla superficie di The CLOUD, come un barometro che mostra in tempo reale il mood ed il funzionamento della città».
Vero e proprio esperimento di crowdsourcing, per essere realizzato il progetto necessita di uno sforzo collettivo, al momento, soprattutto economico. Il sito raisethecloud.org è coordinato a tal fine dagli esperti della campagna presidenziale di Obama, mentre la pagina Facebook, conta già quasi 1400 iscritti.
Ratti è intenzionato a trasformare the CLOUD «in un simbolo di proprietà “globale”: costruita attraverso un sistema di fundraising distribuito, the CLOUD sara’ il primo simbolo di un’architettura bottom-up, costruita per volonta’ dalla gente e occasione per ognuno di partecipare in modo attivo alle Olimpiadi».
Non è la prima volta che lo sport si dà all’ecologia. Avevamo già dato notizia dei Mondiali di baseball 2009, vero e proprio green event, e della raccolta differenziata lanciata da Conai all’interno dei nostri stadi. Questa volta il compito di avvicinare gli sportivi ai temi ambientali è affidato a “The CLOUD”, nuovo spazio di comunicazione spettacolare e sostenibile.
Fantozzi era pure seguito dalla nuvoletta!