Incentivare la cultura della raccolta differenziata, valorizzare la creatività e la professionalità di giovani designer e creare dei nuovi contenitori di alta qualità ad elevato valore estetico. Questo il triplice obiettivo del concorso ”Re: Design Positively – Nuovi contenitori per la raccolta differenziata”, nato nell’ambito del progetto di comunicazione ”Live Positively”, promosso da Coca-Cola con il supporto scientifico della Facoltà di Design del Politecnico di Milano in collaborazione con l’Associazione ReMade in Italy.
I prototipi finalisti, quelli che meglio riusciranno a sensibilizzare sull’importanza della sostenibilità ambientale e incarneranno il concetto di design eco-sostenibile, saranno esposti alla Triennale di Milano.
Sembra proprio che l’ambiente e la sostenibilità siano nel DNA di Coca Cola Company, come afferma Alessandro Mangoni, direttore Affari Generali di Coca-Cola HBC Italia. In effetti, “Live Positively” è un progetto teso a ridisegnare la quotidianeità delle persone in modo sostenibile per l’ambiente e la multinazionale statunitense vuole dare per prima l’esempio dichiarando di voler produrre sempre di più impiegando meno risorse.
Peccato che Coca Cola, marchio più conosciuto al mondo e che ha fatto del suo packaging un vero e proprio oggetto di culto, sia stata una delle aziende ad aggiudicarsi il primo Greenwash Award assegnato dall’Istituto canadese Polaris. L’oscar del greenwashing, destinato a chi vuole ripulirsi la propria immagine, dandosi una falsa patina sociale ed ecologica, è in realtà stato assegnato al mandato dell’ONU sull’acqua. Secondo la giuria, aziende come Nestlé e Coca Cola si servono delle Nazioni Unite per «continuare a privatizzare un bene comune come l’acqua, senza rispettare né standard ambientali né sociali».
Senza parlare poi delle accuse più volte mosse nei suoi confronti da più parti che riguardano temi quali: gli effetti negativi sulla salute nell’assunzione di alcuni ingredienti della segretissima ricetta, soprattutto per i bambini; lo sfruttamento del lavoro; gli alti livelli di pesticidi presenti nei propri prodotti; l’uso di pratiche sleali per il mantenimento di quello che può considerarsi un monopolio esclusivo.
Costantemente al centro di un’intensa attività di comunicazione vincente, Coca Cola è stata la prima azienda che a partire dal 1931 ebbe l’idea di impiegare Babbo Natale come testimonial, la multinazionale fomenta un’intensa controinformazione. Gli attivisti si avvalgono di internet per diffondere le azioni e per fare boicottaggio.
Pur prendendo le distanze dagli attivisti che boicottano ogni scelta di Coca Cola, viene spontaneo chiedersi: verde ecologico o verde economico, come il colore dei dollari che la Coca Cola da anni guadagna a scapito dell’ambiente?
Machiavellanicamente ci auguriamo che il fine giustifichi i mezzi, sperando cioè di vedere presto nelle strade questi nuovi cassonetti per la raccolta dei rifiuti, oggetti belli e funzionali che probabilmente incrementeranno la quantità di rifiuti differenziati e allieteranno i nostri comportamenti virtuosi.