E’ stato presentato nei giorni scorsi all’Europarlamento di Bruxelles lo studio “Eco-efficient recycling economic, environmental and energetic performance and perspective “, curato da Duccio Bianchi per l’Istituto di Ricerca Ambiente Italia.
L’analisi, pubblicata nell’ambito del Kyoto Club, approfondisce il tema del riciclo e individua proprio nel sistema industriale la chiave di svolta per una riconversione ambientale dell’economia planetaria, visti i recenti investimenti nel campo dell’industria del riciclo e delle energie alternative, in una prospettiva di tutela dell’ambiente, di green economy e di sostenibilità.
Lo studio evidenzia infatti come il riciclo sia ormai una fonte indispensabile di approvvigionamento industriale, nazionale e internazionale, per sopperire alla mancanza di materie prime: la crescente domanda può essere soddisfatta solo fornendo le cosiddette “materie prime secondarie”, evitando anche lo sfruttamento del territorio e il suo conseguente impoverimento.
«Ottimizzando il sistema di gestione e le problematiche logistiche, il riciclo garantisce numerosi benefici, soprattutto in termini di riduzione dei consumi di energia primaria, di emissioni di carbonio e di gas serra e favorisce lo sviluppo di fonti energetiche alternative, senza contare il notevole beneficio collettivo in termini di qualità della vita», spiega Duccio Bianchi, il cui studio, più nello specifico, presenta per ciascun materiale (carta, plastica, vetro, legno, alluminio, metalli ferrosi, gomma, batterie e oli usati) i più recenti risultati, sia sul ciclo di vita del prodotto e sul loro trattamento nello smaltimento dello stesso, che sull’impatto ambientale.
Oltre agli innumerevoli vantaggi nel breve periodo, secondo Bianchi lo sviluppo del riciclo favorirebbe la possibilità di realizzare gli obiettivi previsti dal protocollo di Kyoto e sostenuti dal Programma Europeo 20-20-20, che prevede entro il 2020 la riduzione del 20% dei consumi di energia, un incremento del 20% nell’utilizzo di energie rinnovabili e un meno 20% delle emissioni climalteranti. Dati alla mano, con una gestione efficiente, in Italia «si potrebbero ridurre le emissioni di CO2 di oltre 17 milioni di tonnellate annue, pari al 18% dell’obiettivo nazionale di riduzione al 2020».
Questo lavoro dimostra, quindi, come sia possibile coniugare ambiente e sviluppo economico in un’ottica di sostenibilità, salvaguardando l’ambiente senza impedire la crescita economica, contribuendo anzi allo sviluppo occupazionale.
All’evento di presentazione a Bruxelles era presente anche Monica Frassoni, presidente dell’European Green Party, che in questi giorni sta combattendo la sua battaglia contro la “patata Amflora”, il tubero OGM la cui coltivazione per fini industriali è stata ammessa dall’ Eu Health and Consumer Protection Commissioner John Dalli.
Come si può comunicare questa tematica?
«Agli addetti ai lavori, ai media e alle istituzioni spetta il compito di fare comunicazione per accrescere la coscienza di aziende, cittadini e policy makers, in modo da favorire la quantità di materiali recuperati/riciclati e rendere l’economia sempre più verde. Un serio impegno in questa direzione, con campagne di sensibilizzazione ambientale e informative sull’importanza della raccolta differenziata e del riciclo, sul valore delle energie alternative, sull’inutilità del nucleare e una maggiore visibilità mediatica, che dia spazio alle iniziative di settore e accresca la conoscenza di tutti, come già avvenuto in altri paesi europei, potrà garantire a tutti noi un futuro migliore».