Dalla parte delle tartarughe, con Tartalove

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Tartalove è la campagna di raccolta fondi di Legambiente a sostegno dei centri di recupero delle tartarughe marine e di divulgazione delle problematiche legate alla tutela della specie Caretta caretta nel Mediterraneo. Ad un anno dal lancio della campagna abbiamo deciso di intervistare il responsabile della campagna Stefano Di Marco.

Come nasce il progetto Tartalove e con quali finalità?

La campagna nasce per proteggere le tartarughe marine, degli straordinari animali protetti a livello internazionale che rischiano di scomparire a causa della pesca professionale, dell’inquinamento e del traffico nautico. In particolare la campagna si propone di raccogliere fondi sia per potenziare le attività di recupero e cura svolte dai nostri centri di recupero sia per individuare e proteggere i siti di nidificazione deposti lungo le nostre spiagge.

 

La campagna di raccolta fondi ha una forma in gran parte peculiare: attraverso delle adozioni simboliche. Può raccontarci qualcosa di più? Come avviene? Con quali risultati?

Abbiamo lanciato l’adozione simbolica di tartarughe ospitate nei nostri Centri di Recupero di Manfredonia (Parco Nazionale del Gargano) e Talamone (Parco Naturale della Maremma) (a breve Legambiente attiverà un nuovo punto di primo soccorso a Pollica nel Parco Nazionale del Cilento, ndr) offrendo a tutti gli amanti della natura di diventare “mamma” o “papà” di animali feriti che sono stati curati dai nostri operatori. Ai “genitori” adottivi viene inviato un Kit contenente la foto dell’animale adottato, la sua storia e un certificato di adozione.

La campagna di comunicazione per San Valentino ha due protagonisti particolari… Ce ne può parlare?

Sì, si tratta di Giulietta e Romeo, due esemplari adulti che sono stati catturati insieme al largo delle coste pugliesi durante una battuta di pesca a strascico lo scorso novembre. I pescatori che le hanno recuperate le hanno consegnate al nostro Centro di Manfredonia dove sono state curate. Giulietta e Romeo dopo aver trascorso in compagnia anche la convalescenza sono state recentemente liberate insieme.  

    

La campagna ha compiuto un anno… Può darci qualche numero? Donazioni? Tartaruga “preferita”, come vengono usati i fondi…

La campagna è stata un successo che è andato oltre le nostre aspettative. Abbiamo effettuato in pochi mesi oltre 3 mila adozioni che ci hanno permesso di potenziare i nostri Centri di Recupero con nuove e più moderne attrezzature, coprire i costi di gestione di queste strutture che operano tutto l’anno, monitorare e proteggere i nidi e svolgere attività di informazione e sensibilizzazione nei confronti dei pescatori, dei turisti e delle popolazioni locali. Futura, un tartarughina nata la scorsa estate da un nido deposto sulla spiaggia di Gallipoli è la più adottata in assoluto. Tra gli esemplari adulti Ondina è quella più “gettonata”.

Nella campagna vi è anche tanta informazione ambientale…

Assolutamente sì. Con le storie delle tartarughe e dei centri vogliamo anche continuare a sensibilizzare il grande pubblico sui temi della fragilità degli ecosistemi marini, dei problemi come il marine litter e dell’importanza della tutela di alcuni luoghi di importanza vitale per la sopravvivenza di alcune specie a rischio come la Caretta caretta. Da novembre abbiamo anche lanciato i nostri canali social e sono già molti coloro che sono diventati i nostri #Tartambassador: amanti della natura che ci aiutano a dare voce alle tartarughe del Mediterraneo sul web.

C’è un aneddoto, un particolare, una storia che vorrebbe condividere con noi?

Ci sono tante storie che meriterebbero di essere raccontate. Ci piace ricordare soprattutto quelle delle tante tartarughe salvate grazie all’intervento tempestivo dei pescatori che collaborano attivamente con i nostri operatori. Per conoscere da vicino le storie e adottare un esemplare suggerisco di visitare il sito https://tartalove.legambienteanimalhelp.it/ .

Di Letizia Palmisano giornalista ambientale 

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