Nel 2014, la Francia ha prodotto 324 milioni di tonnellate di rifiuti: difficile da negare, siamo la civiltà del monouso. Nonostante le cifre e le disastrose conseguenze ambientali, rimaniamo in gran parte inconsapevoli delle grandi quantità di cartone, plastica, rifiuti elettronici che originiamo. Così, in una serie di fotografie sorprendenti, il fotografo francese Antoine Repessé ha voluto confrontarsi con questa inconsapevolezza, mettendo in scena le persone nel mezzo dei propri rifiuti accumulati nel tempo.
Con la serie #365Unpacked, Repessé rende visibile l’invisibile.
Fotografo indipendente dal 2011, Antoine Repessé lavora per diversi media, conducendo allo stesso tempo progetti personali. In #365Unpacked cerca di rompere i codici comunicativi, prestando particolare attenzione all’estetica dell’immagine. Inoltre, per ciascuna delle sue opere, svolge un lavoro importante a monte, dall’ideazione alla messa in opera delle installazioni.
Gli inizi della serie risalgono al 2011: a quel tempo il fotografo rifletteva fortemente sui rifiuti prodotti dopo ogni pasto consumato quotidianamente. “Siamo in un sistema in cui tutti i rifiuti che produciamo scompaiono dal nostro punto di vista, quindi nel complesso non siamo mai messi a confronto con il volume generato. Fintanto che non fissiamo con un’immagine questo concetto, non sarà mai chiaro “. Per questo il fotografo decide di conservare tutte le confezioni di cibo e di coinvolgere le persone che lo circondano in una set fotografico: per più di 4 anni conserverà circa 70m3 di spazzatura.
Lo spreco rappresentato su ogni foto della serie non ha necessariamente la stessa misura di ciò che una persona media consuma ogni anno. “Il progetto non intende essere scientifico“, afferma il fotografo, che tuttavia vuole che il suo pubblico metta queste foto in prospettiva con il nostro stile di vita consumistico. Antoine Repessé riconosce di non essere ancora “un campione di rifiuti zero“, ma sottolinea che è possibile ridurre il suo consumo, soprattutto rivolgendosi a generi alimentari sfusi ed evitando i prodotti sovraffollati.
Antoine Repessé ha ottenuto un successo significativo. Dopo aver vinto il terzo posto al premio Sony World Photography nella categoria campagna nel 2016, le fotografie sono state condivise in numerose occasioni e trasmesse da diversi media, anche all’estero. “Queste immagini mancavano”, dice.
La serie denuncia chiaramente ciò che a volte è difficile dire a parole: l’inquinamento umano, qualunque sia la fonte, va oltre la comprensione umana. Eppure l’accumulo di rifiuti è diventato un grosso problema in tutto il mondo e anche le parti più isolate della terra sono interessate da questo processo. Le fotografie di Antoine Repessé ci ricordano, tuttavia, che la strada da percorrere è ancora lunga.
Ecco la galleria con alcuni degli scatti del fotografo:
Di Serena Di Lucia