È al via la nuova rivoluzione verde. Da non confondere con quella che dal 1960 ha devastato l’agricoltura mondiale. La nuova rivoluzione verde è non solo possibile, ma necessaria. Ce lo dicono tutti gli indicatori. Da quelli climatici, a quelli delle risorse, passando per i rifiuti.
I “presuntuosi” organizzatori di Ecofuturo Festival – quest’anno a Padova dal 25 al 29 giugno 2019, al Fenice Green Energy Park, Fabio Roggiolani, Jacopo Fo e Michele Dotti, sino dal primo anno della manifestazione, nata da una intuizione di Jacopo Fo ad Alcatraz, il suo ecovillaggio solare nei pressi di Perugia, dichiararono che era possibile avviare cambiamenti per l’efficienza energetica, le energie rinnovabili e l’economia circolare, facendo risparmiare all’Italia 200 miliardi di euro l’anno e proseguono nella loro infinita megalomania a descrivere, di anno in anno, come l’intero pianeta possa sconfiggere l’emergenza climatica, avviando un’era di democrazia energetica rinnovabile.
«Molte delle eco-innovazioni presentate al Festival, si sono affermate a livello mondiale, spesso prima che a livello del nostro paese, dove la feroce burocrazia asservita ai poteri forti e fossili, blocca tutto il bloccabile, facendo realizzare le innovazioni con un ritardo decennale rispetto agli altri paesi», afferma Fabio Roggiolani.
Le aziende italiane produttrici di cicli binari geotermici, degli impianti a biogas e biometano, del recupero e liquefazione della CO2, degli inverter e degli accumuli energetici, degli ecodragaggi e della agricoltura 2.0, solo per citarne alcune, sono divenute leader mondiali e si candidano a guidare il cambiamento anche nel nostro paese, sempre che una politica disponibile a parole, si decida a costruire le leggi per il cambiamento.
«Ecofuturo quindi resta una provocazione dove si presentano speranze concrete e un luogo di incontro di studiosi, di tecnici, di appassionati ecologisti, che si confrontano ogni giorno con una nuova classe di imprenditori “sovversivi”, che fanno del bene comune l’asse portante della politica delle loro aziende», dice Michele Dotti.
Una breve occhiata al programma di quest’anno mostra che nella prima sessione si presenteranno le modalità innovative per fare agricoltura e forestazioni che producono dal doppio a dieci volte gli attuali risultati, riducendo o azzerando il consumo di fitofarmaci, diserbanti o concimi chimici, intrappolando CO2 ed incrementando quindi il carbonio nel suolo grazie alle seminatrici su sodo – che eliminano l’utilizzo dell’aratro – all’uso del digestato derivante dalla produzione di biogas e alla applicazione di decine di nuove tecniche colturali, fino a quella dell’orto bioattivo, che saranno illustrate anche nella sessione dedicata interamente all’alimentazione biologica. Il nostro paesaggio agrario come le nostre città storiche non potranno non avere segni importanti della presenza di energie rinnovabili. Le reti di energia elettrica e gas non dovranno più crescere in grandezza ma dovranno sapersi trasformare per essere la base del modello energetico distribuito basato sulla mutualità di tutte le forme di energie rinnovabili conosciute.
Ecofuturo dimostra che non esiste una soluzione unica verso la riconversione rinnovabile del pianeta, ma un concorso di tecnologie rinnovabili che, a volte, suscitano timore, perché nelle prime applicazioni sono state inserite anch’esse violentando il pianeta.
Le grandi dighe, come il geotermoelettrico o le megacentrali a biomasse non hanno creato certamente un buon approccio nell’opinione pubblica ma oggi tutte queste tecnologie vengono riproposte con modalità assolutamente sostenibili, rispettando l’ecosistema e il giusto equilibrio paesaggistico.
Il programma nel dettaglio è visibile qui: http://ecofuturo.eu/programma
Tutte le info del Festival di Ecofuturo 2019 sono qui: http://ecofuturo.eu/