Il 7 ottobre 2019 si è svolto l’Half Earth Day, a livello internazionale, promosso nell’edizione 2019 dalla città di Torino, più precisamente dal museo Regionale di Scienze Naturali, organizzando un interessante evento dal titolo Half Earth: una sfida ecologica ma innanzitutto etica, presso il Dipartimento di Scienze della vita e Biologia dei sistemi di UniTo, di cui si è inoltre realizzata una diretta streaming resa disponibile su Unito Media .
La giornata di domenica scorsa è dunque iniziata con l’intervento di Benito Castiglia, del Comando Regionale dei Carabinieri Forestali del Piemonte, seguito da interventi da parte di alcuni docenti provenienti da diverse università italiane, tra cui la Sapienza di Roma, l’Università di Bologna, di Torino e della Tuscia. Il pomeriggio si è poi concluso con la proiezione del film L’uomo che piantava gli alberi (regia di Frèdèric Back, Canada, 1987) organizzato da CinemAmbiente.
L’evento ha sostenuto come argomento principale l’innovativo concetto espresso nel 2016 dall’entomologo e biologo Edward Osborne Wilson – vincitore del premio Pulitzer nel 1978 – nel suo libro Half-Earth: Our Planet’s Fight for Life, edito in Italia con il titolo Metà della Terra: salvare il futuro della vita. Dalla pubblicazione dell’opera, che di fatto dà avvio all’Half Earth Project, ogni anno viene proposta una giornata di celebrazione intercontinentale, che vede come sede principale l’università di Berkeley in California. Qui si svolgono incontri con i maggiori esperti, ricercatori e scienziati, per divulgare questa innovativa soluzione di salvaguardia della Terra, patrocinata dall’E.O. Wilson Biodiversity Foundation.
L’Half Earth Project nasce sulla base di studi nel campo della biogeografia insulare (termine coniato nel 1967 da Robert McArthur e dallo stesso Wilson), dedita all’analisi di aree circoscritte per definire i livelli di biodiversità presenti. Successivamente Wilson elabora la teoria pubblicata nel 2016: la protezione di almeno il 50% della superficie terrestre e marina della Terra è la soglia entro cui è possibile assicurare la conservazione della biodiversità globale, limitando il degrado ambientale già in atto.
“Unless humanity learns a great deal more about global biodiversity and moves quickly to protect it, we will soon lose most of the species composing life on Earth.” – E.O. Wilson.
“A meno che l’umanità non impari molto di più riguardo la biodiversità e agisca per proteggerla, presto perderemo molte delle specie che costituiscono la vita sulla Terra.” Così Wilson sollecita la popolazione ad agire.
Monitorando dunque sia il livello di biodiversità, sia il livello di antropizzazione, è stato possibile definire una mappa globale per comprendere quali possano essere i luoghi più idonei alla conservazione del maggior numero di specie, animali e vegetali, avvicinandosi progressivamente a tutelare metà della Terra. Nel progetto sono coinvolte persone di tutto il mondo affinché sia possibile creare una vera e propria rete di collaborazione per raggiungere tali obiettivi.
Se la popolazione umana sarà in grado di preservare metà del territorio del pianeta, evitando qualsiasi attività che possa arrecare modifiche allo stato naturale in cui si presenta, ci sarà la possibilità di conservare più dell’80% delle specie viventi.
Ilaria Calò