Avevate mai pensato che gli effetti dei cambiamenti climatici potessero essere udibili? L’Orchestra radiofonica di Amburgo, in Germania, sì.
Come? Prendendo l’opera classica più rappresentativa clima e della natura, Le quattro stagioni di Vivaldi, scritta nel 1725, primo esempio di musica descrittiva, in quanto presenta all’interno della partitura dei commenti su quali suoni debbano essere riprodotti: l’abbaiare dei cani, il frusciare del vento, il canto degli uccellini sono solo alcuni esempi. Quattro concerti solisti per violino ispirati ognuno ad una stagione diversa.
La Ndr elbphilharmonie orchester è partita dall’assunto per cui le stagioni “ormai non sono più quelle di una volta” ed ha interpretato questo cambiamento in musica. Lo scorso sabato, 16 novembre, è stata presentata una nuova versione, un po’ meno armoniosa, dell’opera di Vivaldi, ribattezzata “For seasons”: un concerto per le stagioni.
L’aumento delle temperature, i fenomeni metereologici estremi, la distorsione dei tempi e gli spazi della natura sono stati resi in musica, attraverso la creazione di un algoritmo nuovo, basato direttamente sui dati scientifici.
Per mesi, 6 per la precisione, musicisti, tecnici del suono e studiosi hanno analizzato i dati scientifici relativi ai cambiamenti climatici e li hanno poi trasposti sul pentagramma. L’opera, se ascoltata, risulta estremamente simile all’originale, ma dei passaggi prima allegri e, appunto, armoniosi, sono disturbati da suoni nuovi, che richiamano all’impatto delle azioni dell’uomo sulla natura e il clima e provocano un effetto di distorsione. Per esempio, alcuni suoni del violino, fatti per imitare il cinguettio degli uccelli nella nuova versione spariscono, a simboleggiare l’estinzione delle specie.
Di seguito il video completo del concerto, disponibile sul sito dell’Orchestra (sul quale si può trovare anche il commento del direttore d’Orchestra Alan Gilbert):