Vi siete mai chiesti se guardare un video online fosse un’azione impattante dal punto di vista ambientale? Se sapeste che la visione della terza stagione di Stranger Things ha prodotto tanta CO2 quanto un viaggio in macchina, andata e ritorno, da Marrakech a Città del Capo ripetuto per 28391 volte, non rimarreste piuttosto scioccati?
Spesso non ce ne rendiamo conto, ma la fruizione di video online è un’attività detta “energivora”: infatti, perché i dati vengano trasmessi efficacemente, è necessario un vastissimo network (routers, cavi, centri di elaborazione dati…ecc) che consuma grandi quantità di energia. Energia che molto spesso è prodotta a partire da fonti non rinnovabili.
Netflix e CO2
Durante il mese di marzo la piattaforma online britannica SaveOnEnergy ha pubblicato sul proprio sito un interessante articolo a proposito della questione. Si riportano i risultati di uno studio, commissionato dalla piattaforma di consulenza stessa, che ha misurato l’impatto in termini di produzione di CO2 della fruizione di video in streaming su Netflix. Si tratta di una campagna di comunicazione alternativa, che ci trasmette efficacemente i dati sulle emissioni di diossido di carbonio e l’effetto serra: chi avrebbe mai sospettato che una delle nostre nuove abitudini più irrinunciabili, ovvero guardare comodamente da casa un gran numero di video in HD accessibili in una fornitissima libreria online, potesse essere così altamente dannosa per l’ambiente?
Ma andiamo con ordine. In che modo si calcola l’impatto ambientale della visione dei contenuti di Netflix? * Innanzitutto, lo studio prende in considerazione solamente la top ten di film e serie tv (i più visti dagli utenti) tra ottobre 2018 e settembre 2019 su Netflix; ognuno dei video in streaming è stato visionato da decine di milioni di persone e l’impatto ambientale calcolato è basato su questi numeri.
A partire da fonti attendibili (citate al fondo dell’articolo), si è preso in considerazione innanzitutto l’impatto generico in termini di CO2 (calcolato al minuto) della visione di un video in streaming; questo dato, moltiplicato per il numero di minuti corrispondente alla durata e il numero di visualizzazioni (complete e quasi del tutto complete) di ognuno dei video Netflix analizzati, ha permesso di calcolare la CO2 prodotta dalla visione di tali contenuti. Il valore astratto ottenuto è stato poi reso fruibile attraverso un intelligente confronto con alcune altre azioni altamente inquinanti. In particolare, per ognuno dei video analizzati, ci viene comunicato a quanti viaggi, in macchina o aereo, andata e ritorno, da diverse destinazioni, corrisponde. Il risultato è sconcertante:
Ovviamente, i risultati riportati nelle tabelle sono da considerarsi approssimativi: essi non prendono infatti in considerazione la possibilità di qualità diverse del video, né l’efficienza energetica dei singoli dispositivi utilizzati per visionare i contenuti. Ciò che tuttavia appare estremamente interessante di questa campagna è l’idea sottostante che qualsiasi azione che preveda l’utilizzo di una tecnologia abbia un impatto ambientale (sovente sconosciuto): si tratta dunque di un invito a riflettere sul nostro stile di vita e di un modo creativo e immediato per renderci consapevoli delle conseguenze delle nostre nuove abitudini.
* Nota bene: lo stesso studio darebbe risultati simili con altre piattaforme, quali YouTube, Prime Video, Infinity…e così via.