Un premio per le campagne di comunicazione più efficaci sul tema dei rifiuti, anche quest’anno si rinnova il contest dell’ISWA
L’ISWA (Internationl Solid Waste Association), l’organizzazione non governativa impegnata nel promuovere una gestione sostenibile dei rifiuti e l’economia circolare, premia anche quest’anno la migliore campagna di comunicazione sui rifiuti. Le campagne che meglio hanno saputo sensibilizzare sul tema ed aumentare così la consapevolezza della popolazione verranno selezionate e il vincitore potrà beneficiare di un anno gratuito di iscrizione all’ISWA, utilizzarne il logo e presentare la campagna ad un evento digitale in programma per il 20 settembre 2020.
Abbiamo parlato col Presidente mondiale dell’ISWA, Antonis Mavropoulus, che ci ha spiegato il suo punto di vista e dato maggiori approfondimenti.
Salve Antonis, a proposito di rifiuti: da problema a risorsa, pensa che la popolazione sia sensibilizzata a sufficienza sul tema?
La corretta consapevolezza dei cittadini è una componente centrale per il passaggio all’economia circolare. I cittadini dovrebbero essere consapevoli dell’impatto che hanno su ogni singola scelta quotidiana che fanno. Questo inizia dalla scelta di prodotti ecocompatibili, passa attraverso la prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti e termina con il riuso e il riciclo anziché gettarli via. Tuttavia, dobbiamo essere sinceri: i cittadini rispondono solo in relazione a ciò che i loro mercati nazionali e internazionali mettono a disposizione. Possono scegliere, cioè, solo tra opzioni preparate da aziende e rivenditori. Un vero passaggio all’economia circolare comporta elementi molto più cruciali dell’istruzione e della consapevolezza delle persone. Implica, infatti, una radicale riprogettazione delle catene di approvvigionamento, lo sviluppo di modelli di business circolari, la sostituzione della proprietà da parte dei servizi e, soprattutto, il tenere sotto controllo il consumo in costante aumento di risorse e prodotti. Da questo punto di vista, direi che i cittadini sono molto più consapevoli e pronti a cambiare rispetto alle multinazionali e ai governi. La pandemia ha dimostrato che i cittadini sono pronti a rispondere rapidamente a enormi cambiamenti se dispongono di informazioni continue, sistematiche e affidabili, combinate con cambiamenti tangibili reali, anche se questi sono dolorosi. Ci mancano entrambi gli elementi: i governi e le aziende di solito non forniscono informazioni sistematiche e affidabili (al contrario le grandi multinazionali stanno praticando il cosiddetto greenwashing) e i cambiamenti non toccano nient’altro che la gestione dei rifiuti urbani (che riguarda 4- 10% del totale dei rifiuti prodotti) lasciando fuori la parte più importante: il modo in cui estraiamo, trasformiamo e fabbrichiamo prodotti e risorse.
La sua organizzazione è da anni impegnata nel premiare la miglior campagna di comunicazione sui rifiuti. Quali elementi secondo lei dovrebbe contenere una campagna per essere realmente efficace?
Una campagna efficace dovrebbe sempre avere due caratteristiche principali. In primo luogo, dovrebbe avere uno scopo chiaro e, quando possibile, obiettivi misurabili. In secondo luogo, dovrebbe essere sempre adattata alle caratteristiche culturali, sociali e geografiche locali. Sfortunatamente, come vediamo in molti casi, questi due elementi mancano.
Molte campagne mancano di uno scopo chiaro e in molti casi le pratiche di “copia e incolla” sostituiscono il duro lavoro di adattare il messaggio al contesto locale. In diversi progetti in cui sono stato coinvolto ho avuto modo di capire come i problemi di maggior rilevanza sono sostanzialmente tre. Il primo, lo chiamo “la morte dell’esperienza”: i clienti invece di assumere veri esperti con una profonda conoscenza della materia, coinvolgono esperti che sono bravi solo a leggere e scrivere cose che hanno trovato (e copiato) su siti web ma senza la capacità di comprenderle e implementarle. Il secondo problema è che non potrai mai produrre una buona campagna di sensibilizzazione se il tuo progetto non ha una chiara portata del lavoro e degli obiettivi o se il tuo progetto non è realmente adattato alle condizioni locali. Il terzo problema è che la comunicazione e la consapevolezza sono, in molti casi, semplicemente sottovalutate e le autorità locali non ne comprendono l’importanza. Ciò si traduce in sforzi sporadici, senza una metodologia concreta e approcci orientati ai risultati.
In una frase, la gestione e il riciclaggio dei rifiuti riguardano le persone, non i rifiuti, questo è qualcosa che dovremmo sempre ricordare.
Anche quest’anno si rinnova l’ISWA Communication Award e tra i premi figura la possibilità, per il vincitore, di presentare la propria campagna ad un evento digitale che si terrà a settembre 2020, in cosa consiste?
Gli ISWA Communication Awards hanno alle spalle una storia lunga e di successo e una cosa che abbiamo imparato è che si tratta di una competizione in continua evoluzione. Stiamo cercando di adattare il contenuto e il formato al nuovo panorama emergente, dove quest’anno la pandemia ha ovviamente avuto il suo impatto. Come molte altre entità, ISWA sta adattando la sua modalità operativa alle nuove condizioni e questo vale anche per i premi di comunicazione. Quindi, invece della solita cerimonia durante la cena di gala, presenteremo i partecipanti premiati e le loro opere a uno speciale evento digitale che stiamo già programmando per settembre 2020. Vorrei cogliere l’occasione per invitare tutti gli interessati a partecipare, basta seguire tutte le informazioni qui riportate ed eventualmente inviare la candidatura entro il 23 agosto.