Anche quest’anno scocca l’Earth Hour, iniziativa planetaria promossa dal WWF per mettere in primo piano i cambiamenti climatici. L’appuntamento è per sabato 28 marzo 2009, alle ore 20,30 in ciascun fuso orario: per opporsi al riscaldamento globale e fare pressione sulle istituzioni basta semplicemente… spegnere la luce!
Il primo click globale è stato organizzato nel 2007, a Sidney (Australia). Aderirono all’iniziativa 2,2 milioni di persone. Case, strade e negozi rimasero senza luce. L’anno successivo il gesto si estese a 370 città in 32 diversi Paesi.
Quest’anno l’obiettivo è coinvolgere un miliardo di persone e più di 1000 città. Los Angeles, Las Vegas, Londra, Hong Kong, Sydney, Mosca, Lisbona, Manila, Singapore, Istanbul, Città del Messico, Toronto, Dubai e molte altre spegneranno le luci dei monumenti e dei loro luoghi simbolo.
La “grande ola”, così la chiamano gli organizzatori, verrà ripresa dallo spazio dall’ASI, Agenzia Spaziale Italiana in collaborazione con ESA (European Space Agency).
A ciascuna città è affidata la propria campagna di lancio e comunicazione: Venezia, ad esempio, ha lanciato l’evento con un videomessaggio del sindaco Cacciari.
I testimonial della campagna provengono dai più diversi settori. Molti i premi Nobel: da Rita Levi Montalcini all’Arcivescovo Desmond Tutu. Per la salvaguardia dell’ambiente prestano la loro immagine anche scienziati del peso di Margherita Hack e campioni del calcio come Francesco Totti.
Sul sito ufficiale dell’evento è chiesta la partecipazione non solo degli enti pubblici e dei privati ma anche delle aziende. Esse possono infatti rendere nota la propria adesione a Earth Hour scaricando un banner, creato appositamente con la duplice funzione di dare visibilità all’evento e allo stesso tempo di portare maggiore appeal all’immagine dell’azienda.
La campagna promozionale si avvale della rete mondiale del WWF che per l’occasione ha istituito oltre 30 squadre nei paesi di tutto il mondo. La promozione viaggia soprattutto via internet. Su You Tube il video ufficiale ma soprattutto tanti video casalinghi creati e diretti anche da bambini. Molta partecipazione sui social network, primo fra tutti Facebook.
Ma la grande attesa è legata a Shephard Fairey, street artist americano che con le sue opere ha appoggiato la campagna elettorale di Obama, che ne curerà il lancio.
Caratteristica peculiare di questa campagna è di autoalimentarsi su iniziativa personale. Agli attivisti è infatti data la possibilità di scaricare il materiale promozionale (poster, sticker, stampe per t-shirt, ma anche tool per il telefonino). Ciascuno può quindi diffondere il messaggio, soprattutto attraverso canali tecnologici. Gli organizzatori, ad esempio, invitano tutti i blogger a diffondere in rete le coordinate per partecipare all’azione di fine marzo.
Per prendere parte a questa azione popolare è necessario iscriversi on-line e… ricordarsi di spegnere la luce.
Ma voi ci credete in queste cose? A meno che la comunicazione ambientale non sia un altro nome del greenwashing……..
guarda, dopo che ho visto che la campagna è sostenuta da coca cola anch’io comincio a dubitare… però spegnerò la luce… sono pur sempre un’inguaribile romantica!!!!
Di norma, e per fortuna sottolineerei, questo tipo di iniziative sono aperte a qualsiasi tipo di partecipazione. A nostro avviso la domanda da porsi è: meglio precludere ad aziende private con dubbia etica aziendale di aderire ad una campagna generalista e godere della transitoria visibilità derivata? >O meglio aver sensibilizzato, nel caso specifico, 3.300 persone in più e i loro familiari, quanti sono nello specifico i dipendenti Coca-Cola HBC Italia? >Noi crediamo la seconda.