di Francesca Fantini
Alzi la mano chi, almeno una vota nella vita, non si è fatta prestare un vestito da un’amica o da una sorella maggiore. Fosse per un matrimonio, una festa o per il primo giorno di lavoro, sicuramente l’armadio di un’amica poteva nascondere meraviglie ben più sorprendenti del nostro. A casa mia si era addirittura creata una giornata ad hoc, il cosiddetto giorno del “repulisti”. Io e le mie sorelle, armate di un grosso sacco nero, “cestinavamo” tutti quei vestiti, borse, scarpe ecc che ormai erano appesi nel dimenticatoio da troppo tempo e, una volta finita la prima parte di raccolta, iniziavamo lo scambio vero e proprio. Ed ecco che la felpa che avevo sempre invidiato a mia sorella diventava finalmente mia, perché nel frattempo lei se ne era stufata e i jeans che erano stati a lungo i miei preferiti diventavano i suoi. Alla fine di quei lunghi pomeriggi nessuna era scontenta e grazie a quella piccola usanza familiare, la perfetta declinazione della vecchia e buona regola del ” non si butta via niente”, non ci siamo mai trovate senza nulla da mettere. Ma mai avrei potuto immaginare che questa si sarebbe trasformata in un fenomeno sociale con tanto di blog dedicati, regole precise sulla sua organizzazione e un nome dal sapore internazionale, ” Swap Party”. Direttamente dagli Stati Uniti lo swapping, da swap che si significa scambiare, è rapidamente diventata una moda tutta italiana grazie o per colpa della crisi che ha costretto l’italiano medio a ridurre le spese destinate allo shopping e ad affidarsi maggiormente allo scambio, organizzando vere e proprie feste casalinghe a ogni cambio di stagione.
Le regole sono semplici; trovare un ritrovo, casa propria o quella di un’amica, un giorno e un’ora e invitare, rigorosamente tramite mail o tramite i social network, un numero non troppo grande di amiche, circa una ventina, così da permettere a tutte di tornare a casa con almeno un capo. Fondamentale è anche decidere un numero minimo di capi che ogni ospite dovrà portare e ricordare a tutte le partecipanti di portare vestiti puliti e in buono stato! Ovviamente il tutto diventa ancora più divertente se, oltre allo scambio di vestiti, si fa anche una merenda / aperitivo tutte assieme; via libera quindi alle torte fatte in casa, biscotti, stuzzichini e qualche buon bicchiere di vino che renderanno il pomeriggio di shopping a costo zero ancora più piacevole.. Una volta adibita una zona della casa a spogliatoi il gioco sarà fatto e si potrà dare il via allo scambio. Ultima e più importante regola; zero sprechi, quindi i vestiti che non verranno scelti da nessuna andranno messi in una borsa e riposti negli appositi contenitori dei vestiti usati della Caritas o di qualche altra organizzazione.
Ma se voleste ampliare il vostro raggio di scambio, magari puntando ad abiti più particolari e ricercati, non disperate! Infatti lo swap party sta diventando sempre più un appuntamento fisso di moltissimi locali. In queste occasioni i vestiti sono selezionati dagli organizzatori, quindi in ottimo stato, ed è si solito prevista un’ampia sezione dedicata anche alla moda e agli accessori maschili. Alcuni locali si occupano di accessori e abbigliamento particolari, vintage per esempio, ma anche glam rock o dark così da poter soddisfare i gusti di tutti a costo zero. In ogni caso, che sia in un locale, a casa di una conoscente o a casa propria con le amiche di sempre, lo swap party rappresenta una valida, ed economicissima, alternativa alle ben più stressanti, sia per il fisco che per il portafoglio, sedute di shopping a cui ci sottoponevamo una volta 🙂