Un’insegnante cagliaritana si è presa una pausa dalla scuola, dai suoi alunni e dai libri per imbarcarsi in un viaggio: meta? Sconosciuta. Durata? Sconosciuta. Un unico obiettivo: raccogliere quanta più spazzatura possibile dalle spiagge e dai fiumi.
Chi non ha pensato almeno una volta: “basta, mollo tutto e apro un chiosco sulla spiaggia”? L’idea di una spiaggia paradisiaca dove rifugiarsi è affascinante, ma trovare una spiaggia davvero incontaminata è un’impresa non facile! Ne è ben consapevole Carola Farci che ormai da tre mesi viaggia a zigzag per l’Europa con l’obiettivo di liberare dalla spazzatura quante più spiagge possibile.
Carola è una giovane insegnante cagliaritana che si è presa una pausa dalla scuola, dai suoi alunni e dai libri e dal 17 ottobre insieme alla sua “cana”, come la chiama lei, è in viaggio a bordo di una coloratissima Matiz.
La raggiungo al telefono mentre si trova in Grecia in una delle rare pause che si è concessa: ad Atene Carola si è regalata una sosta in un Airbnb “Qualche giorno fa era il mio compleanno! Di solito mi fermo in casa di chi si offre di ospitarmi, persone e che si appassionano alla mia avventura”.
In base alle disponibilità che trova, Carola va disegnando anche il suo percorso che per ora da Cagliari l’ha portata in Grecia. “Volevo andare a Creta, ma non ho trovato ospitalità e ho cambiato itinerario, ora mi piacerebbe raggiungere la Turchia, ma hanno chiuso il confine”.
La meta è, però, secondaria per Carola, il suo obiettivo è sensibilizzare attraverso l’esempio.
“Al momento esiste una sola priorità: l’ambiente. Ne segue a ruota un’altra: il tempo che ci dedichiamo” scrive sulla sua pagina Facebook e ribadisce al telefono.
Si è allenata sugli otto chilometri della spiaggia del Poetto, il mare dei cagliaritani, dove ogni giorno per anni ha raccolto i rifiuti abbandonati e portati dal mare.
“Pulisco i mari, non le spiagge!” Ci tiene a sottolineare soprattutto a chi osserva che basta un’onda per rendere vani i suoi sforzi disseminando nuovamente la sabbia di rifiuti. Ma Carola insiste “non è inutile, sono sempre chili di plastica in meno nel mare!”.
“Entro il 2030 – continua – nel mare ci sarà più plastica che pesci e non possiamo permettercelo! Il mare è vitale perché fornisce ossigeno e assorbe anidride carbonica”.
“Qualcuno mi chiede dove ho trovato il coraggio, ma io non ci vedo nulla di coraggioso. Il pericolo non è andare in giro a pulire le spiagge, ma non farlo! È quasi una costrizione, prima o poi tutti quanti dovremmo fare i conti con il fatto che dobbiamo cambiare il nostro sistema di vita”.
Anche per questo il viaggio di Carola continua. Con una serie di piccoli gesti quotidiani: chinarsi, raccogliere, mettere nel sacco. Sembrano una goccia nel mare, ma possono fare la differenza e soprattutto sono contagiosi. Lo testimoniano le persone che hanno scelto di seguire il suo esempio dopo averla incontrata come l’albergatore di Corinto che non utilizzerà più bottiglie di plastica per il suo ristorante o il viaggiatore solitario che ha iniziato anche lui a raccogliere i rifiuti abbandonati sulle spiagge della Grecia.
E per fortuna Carola non è sola. Al suo fianco, su altre spiagge e in altri mari, ci sono ad esempio i pescatori di Fiumicino che hanno raccolto dal mare più di 25mila tonnellate di rifiuti.
C’è anche chi è ha trovato modi innovativi e semplici per donare nuova vita ai rifiuti come Carlos Daniel Gonzales che in Messico costruisce case utilizzando le bottiglie di plastica come mattoni o il professore Jesus Peralta che in Perù dai rifiuti ricava violini funzionanti per i suoi allievi.
Dal 2021 la raccolta dei rifiuti è diventata anche un vero e proprio sport con tanto di campionato mondiale. Si chiama World Plogging Challenge e nel 2022 si terrà la seconda edizione. Chissà se il prossimo autunno vedremo Carola impegnata anche sui sentieri di montagna per il campionato mondiale di plogging in cerca di un titolo mondiale che, a ben vedere, le appartiene ad honorem.
Per seguire il viaggio di Carola: Instagram @ecoprof.travel