Emanuela Rosio
Continuano le interviste esclusive di envi.info agli ospiti del Congresso “Towards a European Circular Economy”, che si terrà a Roma dal 21 al 23 maggio. Oggi ospitiamo il contributo di Pietro Colucci, presidente e AD Sostenya e Kinexia e azionista di riferimento del gruppo Waste Italia, azienda leader nella gestione dei rifiuti.
Dott. Colucci, la strategia Zero Waste è spesso considerata qualcosa di utopistico. Lei come imprenditore attivo nella gestione dei rifiuti che cosa ne pensa?
Non c’è dubbio che possa sembrare utopistica, perchè ogni volta che si è tentato di realizzarla tranne in sporadici casi, si è rimasti scottati e delusi! Ma questo non significa che possiamo permetterci di smettere di tentare!
Ci sono due modi di tendere ad un modello “Zero Rifiuti”:
– quello proposto dai movimenti “Zero Waste”, che prevederebbe una raccolta differenziata tanto spinta da giungere ad azzerare le quantità di rifiuti prodotti dai nostri cittadini;
– quella proposta da noi con il nostro progetto “Wastend” che cioè giunga allo stesso risultato ma programmando a valle di una raccolta differenziata, pur molto spinta, un modello impiantistico che tenda a valorizzare i rifiuti trasformandoli in prodotti, creando però valore, investimenti e occupazione!
Noi siamo per questo secondo schema ma ovviamente rispettiamo le impostazioni diverse, purchè l’obiettivo sia comune, ridurre per il circuito dei rifiuti urbani, lo smaltimento in discarica e la termovalizzazione!
Ci può fare un esempio concreto di come la sua azienda, Waste Italia, mette in atto la strategia Zero Waste?
Lo anticipavo prima! Noi suggeriamo un nuovo modello impiantistico che valorizzi ogni materiale, trasformandolo in un prodotto da reinserire subito sul mercato, un semilavorato che possa essere utilizzato in ambiti produttivi o una materia prima/seconda che alimenti diverse filiere industriali.
Ci sono strumenti ormai rodati ed efficaci che possono essere utilizzati con una ragionevole certezza in termini di efficacia anche sul piano economico ed il nostro progetto Wastend proposto a Chivasso è un bel percorso valido a mio giudizio sia per il metodo che per il merito!
Il convegno di Roma, a cui lei parteciperà come relatore, è denominato “Towards a European Circular Economy”: come pensa che “Zero Waste” possa rientrare in quella che viene definita economia circolare?
L’economia circolare è proprio l’obiettivo del modello Zero Waste, perchè punta al riutilizzo, al riciclo ed al recupero dei rifiuti senza uno smaltimento finale che sia fatto da interramento o combustione di ossigeno per produrre energia.
Davvero sembra essere arrivati, con modelli come questi, a veder realizzati gli slogan che sembravano desueti dei “rifiuti come risorse”!