Al via da giovedì 2 giugno la prima edizione del Festival del libro per la pace e la nonviolenza. L’Eirenefest (da Eirene, dea della pace nella mitologia greca) si svolgerà in maniera diffusa nel quartiere di San Lorenzo, a Roma, fino a domenica 5 giugno. Quattro giorni con 130 eventi in programma, tra presentazioni di libri, conferenze, workshop, musica, performance teatrali e mostre fotografiche, a cura delle 70 associazioni e realtà editoriali coinvolte. Le tematiche trattate sono molteplici: salvaguardia del Pianeta, disarmo nucleare, educazione alla nonviolenza, cultura di pace, Mediterraneo e migranti. Ne parliamo con Olivier Turquet, attivista per il clima, redattore di Pressenza e tra gli organizzatori del festival.
Perché l’Eirenefest?
Questo festival vuole essere un momento di approfondimento e condivisione sulle tematiche della pace e della nonviolenza, perché siamo convinti che la nonviolenza sarà la chiave per risolvere ogni problematica, anche ecologica. Abbiamo coinvolto le case editrici e i loro autori, con l’obiettivo di sensibilizzare in maniera attiva il pubblico, le scuole, l’associazionismo. Vogliamo generare una occasione di interscambio e nuovo “attivismo”, sottolineare la profonda relazione tra pacifismo e ecologismo. Alla radice delle cose terribili che vediamo ogni giorno accadere, dalla guerra in Ucraina, alle sparatorie nelle scuole, alla crisi ecologica, c’è una cultura violenta, di sopraffazione.
Com’è nata l’idea di questo festival?
L’idea del festival è una idea collettiva – un vecchio proverbio dice, “se si sogna da soli è solo un sogno, se si sogna insieme è la realtà che comincia“. È una costruzione circolare, il nuovo mondo che avanza, mentre il vecchio entra in crisi e esprime guerra e discriminazioni. Con questo Festival vorremmo dare alimento alle reti esistenti, ma anche crearne di nuove.
Come si può comunicare meglio l’emergenza climatica ed ecologica?
Sinceramente io non so più quale sia la strategia migliore per farsi capire, perché in queste decenni noi attivisti le abbiamo provate tutte. Io lessi 50 anni fa il “Rapporto sui limiti dello sviluppo” commissionato al MIT dal Club di Roma, che delineava in modo chiaro e incontrovertibile cosa sarebbe accaduto se si fosse continuato in quella rotta. Voglio dire, ormai tutti sanno, perché nessuno fa nulla? La carenza sta nell’azione, non tanto nella comunicazione. Sicuramente per fare una buona comunicazione ambientale, bisogna alimentare di più la speranza, disseminare la strada di cartelli che indicano che una via alternativa è possibile, che indichino il sentiero da seguire. E dobbiamo ripudiare la violenza, ripeto, perché è all’origine di ogni male, promuovendo una cultura di pace, rispetto, accoglienza e non discriminazione.
Puoi parlarci del programma e degli ospiti?
Il programma è fittissimo e si può consultare sul sito dedicato. Il Festival si apre il 2 Giugno alle 17.30 con la Festa della “Repubblica Multietnica “organizzata da Energia per i diritti umani, per ribadire la necessità di una Repubblica inclusiva, non discriminatoria e aperta alla diversità. Fra i 200 ospiti nazionali e internazionali che interverranno nei quattro giorni del Festival: il portavoce di Amnesty International, Riccardo Noury; l’attivista per il cambiamento ecologico nonviolento Vandava Shiva; l’ex deputata e Segretaria Generale della Fondazione RUT, Giovanna Martelli; lo scrittore ed ex segretario della FGCI, Pietro Folena, il missionario, Alex Zanotelli; la fondatrice della prima Università al mondo per la nonviolenza in Libano – AUNOHR, Ogarit Younan; l’antropologa e formatrice sulla nonviolenza belga, Pat Patfoort; il fondatore dell’associazione Mondo Senza Guerre e Senza Violenza, Rafael de la Rubia. Ci tengo a precisare che tutti gli eventi del festival, sono interamente autofinanziati e gratuiti.
Non possiamo salvare il pianeta senza cambiare il paradigma economico, culturale e ambientale che regge le nostre vite. Solo scegliendo la via della cura, nel rispetto della Terra, consegneremo alle nuove generazioni un mondo migliore.
Vandana Shiva, attivista e ricercatrice