Le “Mamme per la Salute e l’Ambiente” sono nate nel 2005 come gruppo spontaneo che da anni denuncia le gravi problematiche di inquinamento nella piana del Volturno. Maria Antonietta Di Nardo ne è la presidente.
Perché questo nome, “Mamme per la Salute e l’Ambiente”?
Siamo nate come comitato di mamme preoccupate per l’aumento di patologie nei bambini. Abbiamo allora cominciato ad analizzare il nostro territorio con l’aiuto di esperti del’Isde, in primis la dottoressa Patrizia Gentilini, e poi con gli esperti di Medicina Democratica. Abbiamo collegato la salute all’ambiente. Oggi l’associazione comprende uomini, donne, ragazzi e ragazze che hanno a cuore la tutela della salute, la salvaguardia del nostro territorio e, più in generale, dell’intero pianeta Terra.
Quali sono le problematiche del vostro territorio?
Siamo in una pianura circondata da montagne dove tutti gli inquinanti ristagnano (ne sono un esempio le battaglie contro il cementificio Colacem e l’inceneritore Herambiente). Abbiamo dovuto presentare segnalazione in Commissione Europea, dopo aver fatto analisi e dimostrato la presenza di diossina in matrici ambientali.
Quando nel 2011 ci siamo costituite associazione, abbiamo aperto un nostro sito per poter dare un’informazione indipendente. Siamo però molto attente a non mostrare i nomi e i volti delle/degli attivisti per tutelarci e a non esporci troppo a livello personale. In una società dell’immagine però non è semplice – i tg se non mettono i volti, credono che non vi sia la notizia.
Avete scritto l’ultimo dossier “Cemento, rifiuti, emergenza sanitaria”, insieme ad altri comitati…
Sì, perché fare rete è una strategia importante. Ci siamo messi in collegamento con il Coordinamento civico Ambiente e Salute del comune di Galatina (Lecce), con il Comitato per la Tutela Ambientale della Conca Eugubina e con il Comitato NO CSS nelle cementerie di Gubbio. Ne è scaturito un dossier sull’emergenza sanitaria delle nostre comunità, presentato il 6 giugno 2022 alla Commissione Ambiente della Camera.
Purtroppo, i dati sono sconcertanti: la concentrazione di inquinanti e il rischio di mortalità mostrano trend in peggioramento negli ultimi vent’anni, da quando ben 5 decreti-legge hanno di fatto favorito l’alleggerimento delle procedure di autorizzazione e controllo dell’incenerimento dei rifiuti nei cementifici, che quindi sono perfino più pericolosi di un termovalorizzatore.
Per l’ultimo dossier avete usato un’immagine molto forte [n.d.r. foto in evidenza]…
È uno degli scatti più suggestivi del Martyrion_project, dell’artista Teresa Antignani e della fotografa Sara Terracciano, che con questo progetto stanno narrando le lotte e sofferenze di tanti luoghi d’Italia. In un’immagine hanno saputo sintetizzare il dolore e l’impegno di tanti. Le malattie portate dall’inquinamento, una terra devastata, sono qui rappresentate da una moderna Sant’Agata, ripresa davanti ad un cementificio, con i seni strappati, in mano.
È un’immagine molto forte, che può far storcere il naso, e infatti alcuni giornali non l’hanno voluta riprendere. Ma la comunicazione ambientale è anche questa. Colpire e dire la verità. Il sottotitolo di Martyrion non a caso è: “Corpo, terra, abuso, resistenza”.
In quali altri modi avete comunicato i vostri messaggi, soprattutto alla cittadinanza?
In questi anni abbiamo organizzato sfilate con abiti di riciclo, realizzato attività insieme alle scuole, e tanti altri lavori creativi. Ultimamente abbiamo raccolto fondi donando una piantina di Spatifillo rivestita con tessuto riciclato. Lo Spatifillo è una pianta dalle grandi proprietà benefiche, in grado di purificare l’aria di casa. È stato molto bello, di impatto immediato e abbiamo intenzione di ripeterlo ancora, oltre ad altre idee creative che abbiamo in mente.
Ci rendiamo conto che è importante affiancare l’attività di denuncia, necessaria ma pesante anche emotivamente, all’attività di promozione e di sensibilizzazione.
Per contattare le Mamme Salute e Ambiente Venafro:
e-mail: info@mammesaluteambiente.it
pec: mammesaluteambiente@pec.it