Paolo Ermani, presidente dell’associazione Paea – Progetti Alternativi per l’Energia e l’Ambiente, è un esperto di energie rinnovabili, risparmio energetico e idrico, bioedilizia. Il suo ultimo libro, uscito lo scorso settembre, è “L’Italia verso le emissioni zer0” edito da Paea.
A chi si rivolge questa guida pratica?
A chiunque. Cittadini e governanti. Alle persone di buona volontà che hanno a cuore il proprio futuro e quello dei propri figli e nipoti e vogliono agire direttamente. Per creare una nuova società con parametri totalmente diversi da quelli folli e autodistruttivi che ci hanno portato all’attuale situazione catastrofica.
Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
Molte delle proposte che sono contenute nel libro erano indirizzate alla politica. Ad ogni livello amministrativo dai più bassi ai più alti, mi veniva chiesto di dare soluzioni pratiche che io prontamente fornivo. Ho pensato quindi di rendere disponibili tutte quelle proposte e quel lavoro volontario per chiunque.
In tutti questi anni di attivismo e sensibilizzazione, puoi dirci quale secondo te è la strategia efficace di comunicazione ambientale?
Mantenere indipendenza e onestà e fare sempre una comunicazione concreta, mai astratta. Come associazione no profit con pochissime forze e ancora meno soldi, siamo riusciti a fare autentici miracoli, facendo sperimentare nella pratica, tecnologie semplici ma innovative, facendo capire alla gente che cambiare vita è concretamente possibile. Con il Centro per le tecnologie alternative PER – Parco per le Energie Rinnovabili in Umbria, mostriamo nella pratica tante tecnologie facili e applicabili dalle energie rinnovabili al risparmio di acqua. Sono stato responsabile tecnico e organizzativo della mostra itinerante Casa Ecologica, la più grande mostra itinerante a livello europeo su energie rinnovabili e risparmio energetico, abbiamo effettuato in Italia 150 date in tutte le regioni dal 1994 al 2010. Lasciatemi dire però che questi nostri sforzi si scontrano contro le multinazionali che spesso si impegnano nel greenwashing. Abbiamo anche un giornale web, Il Cambiamento.
Ci puoi parlare degli uffici di scollocamento citati nel libro? Perché questo nome originale?
Il significato di questo nome è legato al suo obiettivo, “scollocare” le persone da lavori inquinanti, dannosi all’ambiente, che non danno benefici né a chi li fa né agli altri, né tantomeno all’ambiente, visto che in altissima percentuale sono pure nocivi. Pensiamo alle industrie estrattive, alle fabbriche di armi, alle banche che finanziano fossile e armi, agli inceneritori,… Oltre al libro, in questo senso abbiamo fatto molti corsi di formazione sull’argomento, dal nome “Cambiare vita e lavoro – istruzioni per l’uso“, che insieme ad Alessandro Ronca teniamo ormai da anni al PER in Umbria.