Viviana Manganaro, grafica e infaticabile attivista ambientale, ha realizzato un progetto autonomo di comunicazione ambientale chiamato GreenVivi, presente sulle principali piattaforme social. L’abbiamo intervistata per conoscere meglio la sua storia e cosa l’ha spinta a impegnarsi attivamente nella difesa del nostro Pianeta.
Ciao Viviana, come è nato GreenVivi? Hai altri progetti all’attivo?
A fine dicembre 2019 mi sono ritrovata senza lavoro dopo anni come grafica dipendente. Ho ripescato così dal mio cassetto stracolmo di progetti sospesi quello dell’ecovillaggio che da sempre sogno di fondare dopo un corso sul tema al PER (Parco delle Energie Rinnovabili). Con il lockdown, mi sono dedicata a un progetto di comunicazione ambientale che ha poi preso il nome di @Greenvivi. Ho iniziato pubblicando video su Youtube, facendo interviste live con personaggi dell’ambientalismo, della difesa dei diritti animali e della cultura. Poi ho aperto pagine su Facebook, Instagram e su Twitter e poi sono stata invitata a partecipare a convegni e festival.
Ho iniziato quasi subito una collaborazione con Multiradio, una radio locale marchigiana, con cui abbiamo creato una rubrica settimanale di ecologia in pillole, con un linguaggio semplice e alla portata di tutti, che oggi è molto seguita.
Allo stesso tempo, seguo la comunicazione di alcune reti di cui faccio parte, come RECA, la Rete Emergenza Climatica e Ambientale Emilia-Romagna, che ha da poco ultimato una raccolta firme per 4 leggi di iniziativa popolare legate a temi quali l’acqua, il suolo, i rifiuti e l’energia.
Secondo te, quali sono i principi fondamentali per una buona comunicazione ambientale?
Questa è una domanda a cui è molto difficile rispondere, le problematiche che si vanno a trattare sono molto complesse e la gravità della situazione è enorme, sia per quanto riguarda l’emergenza climatica che quella ambientale. La psiche delle persone a cui ci si deve rivolgere, cioè coloro che normalmente non si occupano di questi argomenti in maniera attiva e approfondita, non è sempre pronta a recepire messaggi che inducono ansia. Pertanto, davanti ad un’informazione troppo preoccupante, scatta un meccanismo di difesa che spesso si traduce in negazione. Allo stesso tempo, però, se il pubblico riceve un messaggio troppo rassicurante non si riconosce la necessità di un’azione.
Bisogna sempre trovare un punto intermedio, viaggiando su un filo sottilissimo, in equilibrio fra il serio e il faceto, tra l’emergenza e la speranza, facendo sempre riferimento a fonti scientifiche accreditate ma allo stesso tempo dando esempi concreti e riferimenti alla quotidianità. il tono non deve essere accusatorio (che porterebbe, di nuovo, a meccanismi di difesa), bensì accompagnato da un atteggiamento di aiuto, di comprensione e di messa in pratica di ciò che si racconta. Un modo efficace di avvicinare le persone a queste tematiche è l’ironia, il linguaggio immediato e canzonatorio dei meme, il video buffo che però rimanda sempre ad un approfondimento.
I tuoi prossimi progetti?
In cantiere al momento c’è un progetto di comunicazione autofinanziato attraverso il crowdfunding, dove far convergere varie professionalità della comunicazione (videomakers, registi, fotografi, social media managers, copywriters, giornalisti, grafici, webdesigners) che mettano a disposizione le loro competenze al servizio gratuito delle realtà ambientali che non hanno fondi per finanziare campagne di diffusione delle loro istanze. Chi è interessato mi contatti!
Le coordinate di GreenVivi E-mail: vivianamanganaro.greenvivi@gmail.com Facebook: GreenViviRevolution Instagram: GreenViviRevolution