di Valentina Tibaldi
Se anche l’occhio più critico, scettico e disilluso dai comportamenti umani si fosse posato su Torino tra il 31 maggio e il 5 giugno, avrebbe avuto una sorpresa degna di questo nome: gente che promuoveva attivamente consapevolezza e buone pratiche spostandosi con mezzi di trasporto alternativi (auto elettriche, bike sharing e car sharing), che guardava con gusto misto a capacità critica mostre e film a tematica ambientale, e dibatteva con passione di sostenibilità. Avrebbe osservato, incredulo e sbigottito, un continuo viavai di persone rendere omaggio alla Giornata Mondiale dell’Ambiente nei modi più svariati, natural & smart: proprio come suggerivano, affissi sui muri della città, i manifesti di Cinemambiente 2012.
La rassegna cinematografica ha da poco calato il sipario, ma solo dopo aver offerto a un pubblico, avido di proiezioni, un programma di oltre 100 film e di incontri con un’ottantina di ospiti internazionali, confermando ancora una volta la qualità delle sue proposte. Tutto esaurito e coda all’entrata del Cinema Massimo per la serata di chiusura del 5 giugno, che ha assegnato i premi previsti per questa edizione.
Nella sezione madre, quella dei documentari internazionali, ha trionfato “The Big Fix” dei coniugi Josh e Rebecca Tickell: un lungometraggio d’indagine e denuncia, che mostra con sequenze inequivocabili quanto le rassicurazioni sul superamento del disastro del Golfo del Messico del 2010 siano dei falsi creati ad arte, in un misto d’interessi e corruzione, per placare gli animi dell’opinione pubblica. «Un film importante del quale si deve parlare», ha affermato Neri Marcoré, ospite e membro della giuria, presieduta da Yann-Arthus Bertrand, che ha attribuito il riconoscimento.
Grande successo anche per “Chasing Ice” di Jeff Orlowski, che ha ricevuto, oltre a una menzione speciale nella categoria già citata, il Premio Consulta Provinciale degli Studenti di Torino. Il film riporta su pellicola l’esperienza estrema del fotografo di “National Geographic” James Balog ai Poli, alla ricerca di immagini in grado di dimostrare concretamente i danni provocati dal riscaldamento globale.
Per completare il ricco palmarés, ecco una carrellata degli altri premiati: tra i documentari italiani ha vinto “Piccola terra” di Michele Trentini, storia di agricoltura e integrazione fra popoli; tra i mediometraggi “Entrée du personnel” di Manuela Frésil, riflessione sull’industria della macellazione come luogo di angoscia e alienazione; menzione speciale di Green Cross Italia a “Surviving Progress” di Mathieu Roy e Harold Crooks, analisi sulla precarietà del nostro sistema di sviluppo, vicino al collasso. E poi: menzione di Legambiente a “The Well – Voci d’acqua dall’Etiopia” di Paolo Barberi e Riccardo Russo, incentrato sull’acqua come bene comune e prezioso; menzione speciale della giuria Wwf a “Sobre ruedas: el sueño del automóvil” di Oscar Clemente, specchio della dipendenza dell’uomo nei confronti dell’automobile. E infine, i premi speciali: il tributo “La casa di domani” di Leroy Merlin è tutto per “La Crociera Delle Bucce Di Banana”, di Salvo Manzone, sulla corretta gestione dei rifiuti, mentre la Menzione speciale di Risteco va a “Cafeteria Man” di Richard Chisol, che promuove un progetto di mensa scolastica green e ragionata negli Stati Uniti.
Gaetano Capizzi, Direttore di Cinemambiente, si è detto «molto felice per il successo di questa edizione, per la qualità dei film e per la visibilità sempre maggiore del festival, che è diventato un punto di riferimento a livello internazionale per il cinema a tematica ambientale». E in effetti, nonostante la lieve flessione dovuta all’introduzione del prezzo del biglietto, il pubblico ha premiato Cinemambiente con oltre 15.000 presenze, ribadendo il suo apprezzamento per una kermesse che diventa irrinunciabile per chi tiene a conciliare la potenza emozionale di immagini ambientali e naturalistiche spesso straordinarie con momenti di riflessione ad alto livello.
Perché natural e smart, a Cinemambiente, sono sinonimi!