Alcune settimane fa, infatti, per le strade della città sono comparsi dei manifesti riportanti esclusivamente la seguente scritta: “Varese, non è Salerno“. La comparsa dei manifesti ha provocato immediatamente un’eco di voci, critiche e accuse come evidenziato sulle pagine del giornale locale Varesenews: «“Varese non è Salerno” e si scatena il finimondo. Il manifesto in giro per la città non è passato inosservato. Sulle nostre pagine di Facebook stanno arrivando centinaia di commenti. Il manifesto varesino viene letto in tanti modi diversi. E come non bastasse la notizia è arrivata a Salerno. Non mancano salernitani che intervengono anche su Varesenews».
La tempesta iniziale è stata però placata dalle spiegazioni dell’amministrazione. Si è trattato di un’azione teaser – i manifesti in realtà erano di due tipi, “Varese non è Salerno” e “Varese non è Pordenone” – precedente la campagna vera e propria commissionata dall’Aspem e voluta dal primo cittadino il cui obiettivo è la sensibilizzazione dei cittadini sui benefici della raccolta differenziata dei rifiuti.
Il 19 gennaio scorso, infatti, il sindaco Attilio Fontana ha contattato i primi cittadini di Salerno e Pordenone in cui spiegava che il Comune di Varese intendeva svolgere una campagna pubblicitaria per sensibilizzare la cittadinanza alla differenziazione dei rifiuti facendo riferimento nei manifesti alle due città, esempi virtuosi per la raccolta differenziata. Pordenone con il 78,1% è la città capoluogo più virtuosa del Nord in fatto di raccolta differenziata, mentre Salerno con il 70,3%, ha la migliore prestazione nel Sud. Varese, con il 48,9% ha già un buon risultato, ma è volontà dell’amministrazione e della sua municipalizzata migliorare ancora i dati.
La trovata dell’amministrazione è stata sicuramente intrigante vista la mole di reazioni scatenate soprattutto sui social network. Per valutarne la riuscita bisognerà però aspettare le prossime fasi della campagna comunicativa e soprattutto verificare che il primo interessamento dei cittadini si trasformi in cambiamento reale delle proprie abitudini in modo da raggiungere l’obiettivo: arrivare entro la fine del 2012 al 65% di raccolta differenziata.
Staremo a vedere.