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di Francesca Morra
Questo è quello che è successo a Shanghai, dove l’associazione Roots & Shoots (Radici e Germogli) insieme all’agenzia Bates141, network dedicato alla comunicazione e al marketing, ha realizzato un’originale campagna di comunicazione ambientale sugli effetti inquinanti delle borse di plastica disperse nell’ambiente: è stato costruito un mostro gonfiabile fatto di sacchetti donati dagli studenti delle scuole che è circolato per le vie fino ai numerosi istituti aderenti all’iniziativa, impressionando gli spettatori.
Il messaggio che accompagna il mostro è “Waste plastic bags and they’ll come back to haunt you” – “I sacchetti di plastica e rifiuti torneranno a perseguitarvi”, che, associato all’immagine minacciosa del mostro, ha smosso la sensibilità di molti studenti che hanno assistito alla “nascita” di questa creatura.
La Fondazione promotrice Roots and Shoots, che si propone di educare le nuove generazioni in ambito ambientale, ha dichiarato che la propria mission è quella di sensibilizzare i più giovani, sfruttando l’effetto domino di questo particolare target. «Quando fai educazione ambientale, non ti stai rivolgendo solo ai bambini, ma anche agli adulti – dichiara Tori Zwisler, coordinatrice dei progetti di educazione ambientale – Se un ragazzino sta risparmiando energia lo inizieranno ad osservare anche i genitori, e poi i vicini e le loro famiglie e così via…».
Considerando che i sacchetti per la spesa di plastica sono uno dei rifiuti che la maggior parte della gente non si accorge di produrre, crediamo che l’impatto visivo di tutti questi sacchetti che prendono vita abbia sicuramente svolto la sua funzione: instillare il dubbio nelle persone che se lo sono trovato davanti. È forse più semplice e immediato fermarsi a pensare che questi 3 kilogrammi di rifiuti plastici all’anno sono facilmente evitabili, se ci sovrasta un mostro di tale entità!