(english version below)
Di Francesca Davoli
Finalmente esiste una parola per descrivere anche chi non condivide il consumo acritico di carne, ma che non vuole neanche rinunciarvi del tutto: si tratta del REDUCETARIANO
Il termine, coniato da Brian Kateman, giovane ricercatore della Columbia University, è stato presentato a Novembre in occasione di una delle conferenze organizzate dal TedxCuny Conference, evento internazionale volto ad illustrare progetti innovativi in diversi ambiti.
E così, molti di noi scoprono che non è più necessaria una faticosa ginnastica mentale per capire quale sia la propria posizione etica circa il consumo alimentare di carne. A tal proposito ricordo un amico che si definiva sempre, quando si affrontava l’argomento, “vegetariano non praticante”. La sua definizione mi faceva sorridere, e la trovavo piuttosto azzeccata. Come definire infatti quel desiderio di selezionare la qualità, l’origine e la quantità della carne acquistata e consumata senza dover necessariamente diventare vegetariano?
La risposta ci viene illustrata nel dettaglio nell’intervent0 di Brian Kateman, che ripercorre le considerazioni che l’hanno portato a coniare un termine per descrivere il comportamento giù messo in atto da numerosi individui, inconsapevoli però di costituire una categoria degna di un nome univoco.
Oltre a ripercorrere le motivazioni ambientali a supporto di un atteggiamento volto a ridurre la quantità di carne consumata, Kateman sottolinea anche l’esigenza sociale di un termine del genere. Nella tipica chiave ironica che contraddistingue gli interventi delle TED Conference, il giovane ricercatore illustra il disagio che prova un carnivoro quando si trova a cena con un vegano o con un vegetariano. Le domande sulle motivazioni sottostanti la scelta dell’altro fioccano, anche per evitare l’imbarazzo di dover apertamente sostenere una scelta oggettivamente meno etica. Siccome però molti individui scelgono già di ridurre il consumo di carne, di pesce e latticini, diventa fondamentale identificarsi con un termine che illustri questo atteggiamento. Kateman dice di aver inizialmente pensato all’espressione “flexitariano”, ma spiega poi come questa parola evochi un atteggiamento debole, inconsistente, piuttosto che una presa di posizione coerente e duratura nel tempo. Così come l’espressione “riscaldamento climatico” genera reazioni più forti e preoccupazioni maggiori di “cambiamento climatico”, “reducetariano” indica in maniera più accurata la scelta di ridurre il proprio consumo di carne di altri neologismi.
Attraverso la piattaforma di crowdfunding Indiegogo https://www.indiegogo.com/projects/let-s-build-a-reducetarian-educational-platform , Kateman e il suo socio Tyler Alterman avevano lanciato una raccolta fondi che aveva come obiettivo 15.000$ per sviluppare una piattaforma costituita da un app, da annunci pubblicitari e seminari educativi nelle scuole e in luoghi pubblici volti a incoraggiare le persone a mangiare meno carne. L’obiettivo economico è stato raggiunto a inizio gennaio.
La campagna però ha già preso il via anche sui social media. La pagina Facebook ha già superato i 6.000 fan, l’account Twitter @reducetarian ha già più di 11.000 follower e piovono tweet con l’hashtag #lessmeat. Sul sito www.reducetarian.com ci si può invece “iscrivere” prendendo l’impegno di diminuire il proprio consumo di carne per i 30 giorni successivi all’iscrizione alla community.
Sei un reducetariano e non lo sapevi? Cosa aspetti a unirti al movimento?
Vegetarian, vegan? No. Reducetarian!
Finally, a word to describe people that don’t want to be acritical meat consumers but that don’t want to stop eating it totally either: it’s REDUCETARIAN.
The word, invented by Brian Kateman, one of Columbia’s University young researchers, has been presented in November during the TEDxCuny Conference, international event in which innovative projects in various fields.
That’s how many of us discover that we won’t need to go through a tiring mental exercise each time we try to understand and to define to others our ethical position towards meat consumption. On that behalf, I remember a friend of mine that used to say “I am a non-practicing vegetarian” . Hs definition made me smile, and I found it quite nailed. Indeed, how can one describe that desire to select the quality, the origin and the quantity of meat bought and consumed without necessarily having to become vegetarian?
The answer comes in detail from the speech held by Kateman, that goes through the mental process that brought him to invent a word to describe the behavior already put in practice by many individuals, who didn’t know so far that they belonged to a category worth of a name of its own.
In addition to the environmental reasons that push towards a reduction of the quantity of meat consumed, Kateman also underlines the social need of such a word. In the typical ironic tone that sets the bar for the TED Conferences, the young researcher depicts the discomfort that a carnivorous feels when he finds himself eating with a vegetarian or a vegan. The carnivore generally can’t avoid asking questions to his/her table companion about this choice, often to avoid to have to sustain openly a less ethical choice. However, as many individuals already choose to reduce their meat, fish and dairies consumption, it becomes fundamental to identify oneself with a term that conveys this ethical attitude. Kateman also underlines how the choice of terms is important in communication. Studies have demonstrated that the expression “global warming” is more powerful than “climate change” in people’s perception: it generates stronger reactions and greater worries; in a similar way, the expression “flexitarian” would evoke a weak attitude, inconsistent, rather that a coherent and sustainable attitude in time. That is why the choice of the word “reducetarian”, to indicate someone that slowly but steadily decreases its meat consumption by avoiding to eat in on certain days of the week, or by buying it with different criteria etc.
Thanks to the Indiegogo crowdfunding platform, Kateman and the co-founder Tyler Alterman have started fundraising. Their goal was to reach 15.000$ to finance a communication platform made by an App, advertisements and educational workshops in schools and in other public spaces in order to encourage people to eat less meat. This goal has been reached at the beginning of January.
The campaign has already started on social media too. The Facebook page has already over 6.000 fan, the Twitter account @reducetarian over 11.000 follower and tweets with the hashtag #lessmeat are being exchanged on the platform. On the website www.reducetarian.com, anyone can take the pledge to eat less meat for 30 days.
Are you a reducetarian and you didn’t know it? What are you waiting for to become part of the community?