La settima edizione della Settimana della Cucina italiana nel mondo è stata celebrata anche in Giappone, mettendo al centro la tradizione culinaria italiana, l’innovazione sostenibile dei processi agricoli e agroalimentari, la convivialità che caratterizza la Dieta Mediterranea e i prodotti italiani di qualità.
Con i lavori della Settimana della Cucina italiana nel mondo si è promosso in tutto il globo: qualità, sostenibilità, cultura, sicurezza alimentare, diritto al cibo, educazione, identità, territorio e biodiversità. Il progetto si inserisce nel piano di azioni per il sostegno al settore agroalimentare e alla cucina italiana racchiuso nel Food act, che è a tutti gli effetti un documento programmatico presentato dal MIPAAF nel luglio 2015 per conto del governo italiano.
Grazie ad una programmazione avviata dal professore Enrico Traversa, responsabile scientifico dell’Ambasciata d’Italia a Tokyo e da Alessandro Fusco, Director del Future Food Japan, si è svolto un evento formativo e divulgativo estremamente interessante, concepito per mettere a confronto la storia culturale e antropologica della Dieta Mediterranea con lo stile alimentare giapponese, evidenziando i modelli comuni per combattere lo spreco alimentare e tutelare il territorio.
L’importanza di un’alimentazione sostenibile e consapevole e l’utilizzo della fermentazione per combattere il food waste e migliorare le nostre diete è ciò che è stato descritto al pubblico convenuto, che ha visto la presenza di numerosi giornalisti, con relazioni e approfondimenti curati da Paco Álvarez Ron, R&D Lead di Food Alchemist Lab del Future Food Institute, da Hiraku Ogura, noto Fermentation Designer giapponese e da Masayoshi Ishida, professore al Ritsumeikan University College of Gastronomy Management.
Salvatore Cuomo, Founder e Chairman della Salvatore Cuomo International e parte del network “I LOVE ITALIAN FOOD” ha condiviso il suo impegno, e il progetto “LAB3680”, nel sostenere gli agricoltori locali, contribuire allo sviluppo della comunità, creando prodotti alimentari sostenibili e promuovendo il cibo italiano nella regione di Hita. L’evento, organizzato dal Future Food Institute e coordinato dall’Ambasciata d’Italia a Tokyo, ha presentato e diffuso i nuovi collegamenti e le chiavi di lettura che mettono in sinergia l’Italia con il Giappone. Sinergie atte ad intensificare la ricerca culturale sull’identità del cibo, i comportamenti alimentari sani da poter diffondere in entrambe le realtà geografiche, gli atteggiamenti, le scelte sociali legate all’alimentazione e la ricerca continua di ingredienti di qualità.
D’altronde, Italia e Giappone condividono dal passato moltissimi elementi storici, culturali e sociali legati al cibo. Molti aspetti della nostra quotidianità sono affini, a cominciare dalla ritualità e dalla convivialità della preparazione e della consumazione del cibo, un ambito che entrambe le culture preservano con passione e tenacia. Grazie alla divulgazione delle tradizioni culinarie dei due Paesi si può comprendere l’importanza della cultura del cibo e delle nuove dinamiche della sostenibilità.
L’Italia e il Giappone hanno ben compreso che la maggior parte dei sistemi produttivi odierni sono stati progettati per essere in linea con la logica iper produttivistica e dedita al consumo, che considera la produzione come un motore perpetuo e inarrestabile, capace di generare enormi quantità di offerte, in brevissimi tempi, in disarmonia con i ritmi biologici del pianeta e della vita dell’uomo.
La comunicazione e la diffusione delle logiche del mangiare bene stimolano il desiderio di scoprire come diverse realtà produttive siano capaci di innescare un cambiamento di abitudini e di pensiero, di esplorare nuovi sistemi rispettosi di ciò che li hanno intorno, che ascoltano necessità sociali, economiche e ambientali degli attori che lo popolano e dei luoghi in cui si trovano, rilanciando produzioni che possono essere definite ecologiche, etiche, responsabili e innovative.
Attualmente, attraverso le varie tendenze culinarie e le relazioni che nel tempo si sono strette tra diverse tradizioni, per esempio quella giapponese e quella italiana, si possono individuare i rapporti osmotici tra diverse culture. Il Giappone è il sesto partner commerciale per l’Italia al di fuori dell’Europa con l’agroalimentare che con il suo 30% rappresenta la fetta più grande delle esportazioni totali nazionali per un valore, nel 2021, di ben 2,1 miliardi. Dal 2017, i rapporti di sinergia istituzionale e del mondo imprenditoriale legato al food si sono intensificati con un grande confronto sulla digitalizzazione in agricoltura, la gestione del rischio per i piccoli agricoltori, il ricambio generazionale nelle aziende agricole e la promozione agrituristica. Una visione progettuale comune che guarda con grande interesse alle opportunità che emergeranno in occasione dei lavori di Expo 2025 ad Osaka.