Gilbert Ciervo, direttore della Galleria d’Arte di Monteoliveto di Napoli, sta girando l’Italia in bici e treno con una mostra itinerante di opere d’arte, dal 21 luglio al 15 agosto. Un progetto della MonteolivetoGallery, in collaborazione con Napoli Pedala e con la Ciclovia Parchi Calabria. Abbiamo incontrato Gilbert nel bellissimo borgo di Recanati, in procinto di partire per Ancona, con la sua bici.
Ci puoi raccontare un po’ del tuo percorso e di come è nata l’idea di questa mostra?
A Parigi, dove ho vissuto molti anni, ho fondato l’associazione Bike for Heritage, organizzando gite in bici alla scoperta del patrimonio culturale e dei siti archeologici, unendo così le mie passione per la bici e per l’arte. Da quando sono tornato a vivere a Napoli nel 2020, con la Galleria portiamo avanti il tema della transizione ecologica, culturale, sociale e artistica, e quale idea migliore di fare una mostra d’arte itinerante con mezzi sostenibili? Vogliamo associare l’arte ai temi del viaggio lento e sostenibile e della tutela del Patrimonio artistico del nostro Bel Paese.
Inizialmente con alcuni amici pensavamo di raggiungere l’Islanda, poi abbiamo preferito concentrarci sull’Italia, e da qui il nome: “Sur la route, Internal Borders”, portando le opere d’arte degli artisti napoletani e di quelli che incontro sulla strada, attraverso i confini di regioni, colline, montagne e mare, scoprendo paesaggi, culture e stili di vita, unendo lotte e comitati, tessendo una rete tra artisti ed eco-attivisti. Il tema che unisce tutte le opere è appunto, la strada.
Come fai a portarti dietro le opere d’arte con una bici senza carretto, e dove le esponi?
Chiediamo agli artisti di realizzare un’opera della dimensione massima di un A5 (15×21 cm) su supporto leggero (carta, cartoncino, velina, anche digitale volendo) e con materiali al più possibile sostenibili. Le mostre sono spesso improvvisate, vado dove le piccole realtà culturali, sociali e ambientali mi invitano ad esporre. Ho esposto le opere anche in treno, fotografandole vicino al finestrino, oppure appoggiandole sulle mura delle città, come a Matera.
Cosa vuol dire per te muoversi solo con mezzi pubblici e bici?
Il treno mi rilassa e mi dà tempo per osservare il paesaggio che cambia, leggere e dormire. L’idea di questo viaggio è appunto quella di mostrare che si possono fare viaggi alternativi, senza usare aerei e auto, con mezzi sostenibili come treni e bici. L’Italia è bellissima e piena di posti meravigliosi, ma bisogna investire di più nelle linee ferroviarie regionali e nelle ciclabili.
Puoi farci qualche esempio delle difficoltà incontrate nei tuoi viaggi finora?
Da Lamezia a Soverato la linea ferroviaria va da una costa all’altra, attraversa monti e paesaggi fantastici, ma c’erano solo due vagoni e tantissimi passeggeri. Ho rischiato di dover scendere. Anche la spettacolare costa jonica calabra, ricca di luoghi e siti archeologici, un mare bellissimo, è però collegata da pochi intercity al giorno e scarsi regionali. Purtroppo nell’IC non c’era neppure un vagone dedicato alle bici e sia io sia altri turisti abbiamo avuto molta difficoltà. Inoltre in molte strade statali è pericoloso viaggiare in bici e non c’è rispetto per i ciclisti.
Come documenti i tuoi viaggi e come si finanzia il viaggio?
Nel sito ufficiale c’è il mio percorso monitorato in tempo reale, uso molto Instagram dove posto le foto. Per finanziare il viaggio abbiamo attivato un crowdfunding, vendiamo magliette, si può inoltre prefinanziare il libro che sarà pubblicato in autunno con il mio diario di viaggio e il catalogo delle opere d’arte. Ogni 10 gadget venduti, devolvo 20 euro alla Fondazione Scarponi, a Greenpeace, e a Save the Children. La Fondazione Michele Scarponi, che si occupa di sicurezza stradale, ha ospitato l’esposizione proprio in questi giorni, nella sede di Jesi (AN).
Per seguire Gilbert e la mostra Sur la Route: @mgsurlaroute | @monteolivetogallery | @giloubfh