“Dalla Tierra alla Terra” è un progetto dell’artista argentina Romina Tassinari che da quest’anno conta la preziosa partecipazione della musicista italo cilena Valentina Valenzuela, che si è occupata della musica e della traduzione dei brani e delle poesie che vengono lette. Si tratta di un progetto di arti visive che dialoga e si intreccia con altri linguaggi artistici, con la musica principalmente. Una performance laboratoriale che invita a riflettere collettivamente sull’approccio con la terra e la reciprocità.
In che cosa consiste questo vostro progetto?
Abbiamo unito i nostri linguaggi artistici con una selezione di narrazioni in una performance che invita a riflettere collettivamente sul rapporto con la terra, il viaggio migrante e le culture che si intrecciano e dialogano. Il tutto permeato di amore e rispetto, ispirandosi al gesto rituale di ringraziamento dei popoli andini verso la Pacha (la terra) insieme ai versi di Violeta Parra che ci parlano dei “Giardini umani”. Parlando di America latina, non mancano i testi di Eduardo Galeano, così come la voce dei popoli indigeni. Sono “Arti che germogliano da un gesto di ringraziamento alla Pacha (terra) e fioriscono ispirati alle parole di Violeta Parra.”
Quando e perché è nato questo progetto?
Romina: Io realizzo tutti gli anni il mio gesto di ringraziamento alla terra così come lo ho imparato dalle comunità andine che praticano questa ancestrale tradizione che ogni anno si svolge il 1° agosto. Quando il 21 settembre 2021 germogliarono i semi piantati, nacque anche questo progetto artistico, fortemente ispirato dall’antico rito, un’ispirazione spontanea, poetica e pensata per essere collettivizzata.
In che cosa consiste questa antica tradizione?
I popoli andini fanno il loro ringraziamento alla Terra, alla Pachamama (madre tierra), dando da mangiare e bere aprendo una “boca” nella terra e così ci si augura che continui a dare frutti, promettendo in cambio rispetto e cura. È una tradizione molto antica, che ha resistito a secoli di colonialismo e oppressione culturale, collegata al ciclo agricolo dell’emisfero sud. Lo si fa ad agosto, il mese più freddo dell’anno e coincide con l’inizio della stagione della semina. Per noi si rinnova come cerimonia di ringraziamento incentrata sulla reciprocità, con l’accompagnamento di musiche e poesie, brani al violino, voce solista e corale accompagnata da percussioni.
In un periodo di crisi climatica e ambientale, il vostro progetto laboratoriale può aiutare a costruire un nuovo rapporto con la natura?
Per noi l’arte è un linguaggio universale, proprio e singolare di ogni persona e ogni comunità, che tocca le emozioni e scioglie le resistenze. Usiamo l’arte come una pratica sociale e relazionale, proprio perché l’arte vissuta in modo collettivo aiuta a trasformare il nostro rapporto predatorio e di sfruttamento con la natura in qualcosa di diverso. È un invito a riflettere, tramite immagini, racconti e musica, sulle relazioni di reciprocità con la terra e gli esseri che la abitano, sugli squilibri che la nostra specie ha creato sul sistema terra-vita, mettendo in discussione l’antropocentrismo.
Attraverso l’arte vogliamo metaforicamente e collettivamente restituire l’equilibrio, ringraziare la Terra, vogliamo essere comunità espressiva per spargersi, come i semi che volano, atterrano e germogliano. Vogliamo far prendere consapevolezza di un modo diverso (antico e nuovo) di stare nella casa grande che ci accoglie, nella Terra.
Come sono allestite le opere?
Ogni presentazione e montaggio di Dalla Tierra alla Terra è diverso, perché i luoghi sono diversi, i momenti sono diversi, le persone sono diverse. Montiamo le opere visive su corde, rendendo superflui muri e cornici, permettendo in questo modo di fare la mostra a costi contenuti, in mezzo alla natura, in luoghi aperti e chiusi, con musica in acustico, vivendo lo spazio e permettendo anche di fruire delle opere in modo diverso, creando percorsi di sguardo diversi a quelli convenzionali. Si cerca di creare condizioni e pratiche di sensibilizzazione con la tematica e creare sinergie con i luoghi ospitanti.
Quando sono le vostre prossime date?
All’Agricampeggio “Vita da Pacos” di Fano (PU) domenica 19 novembre, poi a Pesaro, giovedì 30 novembre, ore 20:00. Vi aspettiamo!