Da cinque anni il Gruppo Abele e Libera hanno dato vita alla Casacomune, una scuola-azione per formare sull’ecologia integrale, dedicata alla promozione scientifica, culturale ed etica dei valori espressi dall’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco. Si tratta di una Scuola permanente di formazione, di dialogo culturale e incontro sociale. L’idea è quella di saldare il sapere col fare. Ne parliamo con Mirta Da Pra Pocchiesa, giornalista e co-referente di Casacomune.
In cosa consiste questo progetto di scuola-azione e a chi è rivolto?
Ci basiamo proprio sull’idea dell’ecologia integrale. Vogliamo unire il sapere scientifico alle azioni possibili e quotidiane. Dalla mobilità all’acqua, al consumo di suolo, allo spreco di cibo, alla tutela della biodiversità e delle foreste: sono tantissimi i temi che abbiamo toccato. Il nostro motto è Laudato Sì, Laudato Qui proprio per sottolineare il radicamento ai territori e all’azione.
Organizziamo corsi online e in presenza, ma anche attività esperienziali nella natura. A settembre, per esempio, abbiamo proposto un trekking nelle Alpi Devero. In questi anni abbiamo coinvolto un pubblico molto variegato, dai giornalisti, agli avvocati agli architetti, recentemente anche gli psicologi per tutto l’aspetto legato alla salute mentale in ambienti molto inquinati e al fenomeno dell’ecoansia. Lavoriamo moltissimo con docenti e insegnanti, coinvolgendoli attraverso percorsi di formazione sull’educazione in natura.
Come in natura tutto è interconnesso, crediamo che anche nella nostra società la diversità sia un valore. Valorizziamo l’interdisciplinarità, tra aspetti ecologici, ambientali, sociali, climatici, economici, demografici e storici.
Sono corsi gratuiti o a pagamento?
I corsi online sono gratuiti e vertono su tanti aspetti. I prossimi, a cui è ancora possibile iscriversi, sono sull’inquinamento luminoso, pfas, biodiversità; quelli esperienziali o in presenza sono a pagamento, anche perché finora non abbiamo sponsor.
Lo scorso weekend si è svolto il seminario “Siamo Terra Viva Come cambiare il clima e il sistema”…
Sì, eravamo alla Certosa di Avigliana (TO). Abbiamo parlato di ecomafie, agricoltura, migrazioni ambientali, lavoro, sanità pubblica, qualità della vita, ruolo dei movimenti e delle ONG, ecofemminismo, economia e spiritualità e tanto altro. Presenti esperti e attivisti che, a diverso titolo, in Italia e fuori, sono impegnati in azioni di conversione ecologica. Tra i relatori Lino Balza del Movimento di Lotta per la salute Maccacaro, Michele Boato dell’Ecoistituto Alex Langer di Mestre, Lucio Cavazzoni, Good Land, Luigi Ciotti e tanti altri.
Che cosa si intendete per “conversione ecologica”?
La conversione è qualcosa di ben più profondo e radicale della “transizione ecologica” e che spesso nasconde un greenwashing di fondo. La conversione parte da una presa di coscienza totale, intima, anche spirituale, che è poi quella motivazione all’azione che ci spinge a voler cambiare realmente il sistema in qualcosa di diverso e migliore, a partire anche dai piccoli passi quotidiani fino alle grandi pressioni sui colossi.
Quali sono i termini, secondo voi, a cui fare attenzione nella comunicazione ambientale?
Noi lo diciamo anche ai giornalisti: è importante aiutare i lettori a districarsi nel greenwashing sempre più imperante tra tanti stimoli fuorvianti, e scavare nel fondo. Le parole “trappole” ormai usate e abusate sono tante, le più frequenti sono “green” “sostenibile“…la lista è lunga.