“A nessuno piace caldo”: Giobbe Covatta tra i finalisti del Premio AICA

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a-nessuno-piace-caldo-giobbe-covattaGiobbe Covatta, comico, attore e scrittore italiano è impegnato ormai da diversi anni a diffondere tematiche sociali e a divulgare le buone pratiche ambientali attraverso la sua comicità, l’ironia e talvolta la satira. Ha collaborato tra gli altri con Greenpeace, Amref e Save the Children. Nel 2014 ha fatto parte del progetto “Un anno contro lo spreco”, uno dei primi passi verso il Piano nazionale per la prevenzione degli sprechi di cibo (PINPAS).

Tra i suoi ultimi spettacoli teatrali vi segnaliamo “Sei Gradi” che affronta il tema dei cambiamenti climatici, così come il libro fresco di stampa “A nessuno piace caldo” Ed. Mondadori, uscito a luglio e scritto con Paola Cotella.
Covatta viene candidato al Premio AICA categoria “Beppe Comin alla carriera” per il suo interesse alle tematiche ambientali e per l’efficacia divulgativa del suo linguaggio comico.
Gli abbiamo rivolto qualche domanda per capire meglio cosa si cela dietro il suo interesse per le tematiche ambientali e per meglio capire il potere di sensibilizzazione del suo lavoro.

Come nasce il suo interesse verso le tematiche ambientali?

Io vengo da molto lontano, se non altro per motivi anagrafici, c’ho sessant’anni… di sopravvivenza (il che fa di me quasi un eroe!). I primi trent’anni della mia li ho passati nell’acqua. Non ho vissuto “al mare” ma nel mare: ho navigato sui pescherecci, fatto lo skipper, ho imparato prima ad andare in barca che in bicicletta. Visitando così buona parte del pianeta ho scoperto che è molto carino ed è anche l’unico pianeta dove si poteva sopravvivere, e ho deciso che era il pianeta più bello del mondo. Mi sono affezionato alla terra e a tutto quello che vi cammina (soprattutto a quelli che c’hanno due gambe sole) e vi vola sopra e ci nuota in mezzo.

Cosa pensa renda la sua comunicazione così efficace, da essere stato scelto tra i finalisti del Premio AICA?

Io credo che in qualsiasi campo la comunicazione di massa, non parlo di comunicazione scientifica, si basi su pochi elementi: per comunicare con chi è a digiuno dell’argomento che stiamo raccontando, devi cercare di farlo in maniera semplice con un linguaggio onesto, sereno, tranquillo. Credo che attraverso il divertimento la comunicazione passi in maniera decisamente più diretta e immediata, si stampi meglio nella mente, sia più piacevole.
Avevo un professore di storia particolarmente noioso. Non solo andavo malissimo, ma la trovavo insopportabile. Poi invece ebbi il piacere di incontrare Indro Montanelli: racconta in una maniera così bella, cosi divertente, appassionante, coinvolgente che a distanza di molti anno io ho sempre sul comodino un libro di storia. Eppure la storia che mi spiegava il mio professore e quella che raccontava Indro Montanelli era la stessa. Se te la raccontano in maniera divertente te la ricordi, se te la raccontano in maniera noiosa la cancelli nel momento in cui ti viene raccontata.

Il suo libro “A nessuno piace caldo” è appena uscito. Pensa per il futuro di continuare a esplorare questi temi?

Raggiunta l’età di sessant’anni, mi diverte molto di più occuparmi di comunicazione ambientale e sociale, raccontare al mio prossimo com’è questo pianeta, di quanto non mi diverta fare lo spiritoso in maniera generica. Lo faccio per me, non per il prossimo, per un piacere personale e non perché penso possa avere un particolare importanza.

 

E forse allora è proprio questa la chiave del successo di Giobbe Covatta: se lo si fa con gioia, per passione personale, la comunicazione diventa estremamente efficace!

di Eleonora Cerulli

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