Marevivo e l’impegno per contrastare l’inquinamento marino

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L’ecosistema del mar Mediterraneo soffre da tempo per il progressivo accumulo di rifiuti dovuti alle numerose attività umane.

Tra queste, sicuramente la pesca ha un impatto notevole sull’ambiente marino, poiché nei fondali italiani troviamo molte reti, abbandonate o perse in maniera fortuita.

Con quasi 40 anni di storia, Marevivo è una fondazione ambientalista che si adopera per la protezione dell’ambiente marino, per la preservazione della biodiversità e la creazione di aree marine protette, e contro l’inquinamento e la pesca industriale o illegale.

Si struttura con unità operative attive sul territorio di quasi ogni regione italiana, tramite quattro divisioni che conducono varie operazioni in mare, oltre ad un comitato scientifico composto da esperti e professori universitari.

La onlus è infatti molto attiva in progetti di educazione nelle scuole sulle tematiche legate alla protezione dell’ecosistema marino, con numerosi progetti e attività. Coinvolge inoltre i cittadini in attività di web attivismo o  volontariato sul campo.

I rifiuti della pesca rappresentano una minaccia per la fauna marina: le reti diventano trappole per gli animali, si decompongono negli anni in molti pezzi, generando inquinamento dei fondali e microplastiche, che i pesci ingeriscono.

Per contrastare questo fenomeno, Marevivo porta avanti da alcuni anni l’Operazione Reti Fantasma, un progetto che recupera le reti abbandonate in mare.

L’azione ha contribuito attivamente alla ripulitura dei fondali mediterranei, eliminando più di 10.000 metri di reti abbandonate.

Proprio lo scorso 8 giugno, in occasione della giornata mondiale degli oceani, all’interno dell’area marina protetta “Regno di Nettuno” nei pressi dell’isola di Procida, Marevivo ha raccolto una rete fantasma dal peso di 1.000 kg.

L’Operazione Reti Fantasma prosegue all’interno dei progetti dell’associazione, come “Mare Pulito”, che nel 2024 ha dato vita ad una serie di attività di pulizia e di eventi su tutta l’isola d’Elba. Si è potuto raccogliere più di una tonnellata di rifiuti dai fondali, tra cui varie reti da pesca.

Le attività di Marevivo sono strettamente legate ai dati della FAO, secondo cui ogni anno in tutto il mondo vengono abbandonati o persi almeno 650.000 tonnellate di rifiuti provenienti dal settore della pesca marina (reti, cordame, galleggianti per esempio).

«La pulizia dei fondali e l’eliminazione delle reti fantasma è diventata la priorità per proteggere la vita marina. Se non vengono programmati degli interventi di rimozione, l’ammontare delle attrezzature da pesca sommerse continuerà a crescere a dismisura e le conseguenze sugli ecosistemi marini e sulla vita dell’uomo sul Pianeta saranno irreparabili

Dichiara sul sito della fondazione Massimiliano Falleri, il responsabile della divisione Sub per Marevivo.
Immagine di copertina sitoweb Marevivo