Il 22 novembre del 2013 viene attivato a Caltagirone, in Sicilia, un percorso di educazione ambientale mirato a sensibilizzare istituzioni e cittadini sulla tutela della Macchia Mediterranea.
Sorge dunque la volontà di intestare a tutti i comuni italiani interessati a aderire, un impegno di informazione, comunicazione, educazione e tutela di questo ecosistema tipico delle coste del Mediterraneo.
Abbiamo parlato del progetto con Francesco Cancellieri, Presidente di AssoCEA (Associazione Centro di Educazione Ambientale di Messina) Messina APS e Vincenzo Piccione, già docente dell’Università di Catania e Presidente del Comitato dei Promotori della Carta dei Comuni Custodi della Macchia Mediterranea.
Professor Piccione, da dove nasce l’idea di istituire una carta da proporre ai comuni per la custodia della Macchia Mediterranea?
Nel 2013 ho svolto una lectio magistralis in una scuola di Caltagirone, in Sicilia, con il supporto di AssoCEA e del Centro di Educazione Ambientale Il Ramarro, che da trent’anni ha un ruolo di tutela della Macchia Mediterranea di quell’area, insieme al Professor Francesco Maria Raimondo, al tempo presidente della Società botanica italiana.
Questo proficuo momento di incontro ha suscitato in noi la volontà di impegnarci ulteriormente per affrontare il tema della salvaguardia e tutela di questo delicato ecosistema.
Abbiamo dunque pensato all’unità elementare che avrebbe potuto interessarsi a questa causa. Il singolo Comune ovviamente!
Nasce così un documento, una carta per l’appunto, da mandare in approvazione agli organi comunali della Sicilia, con cui avrebbero assunto un impegno etico per la tutela del capitale naturale.
Così si è instaurato un dialogo attraverso cui abbiamo potuto sviluppare un coinvolgimento sempre maggiore (in Sicilia siamo a quasi 150 adesioni di Comuni), anche con scuole e cittadinanza.
Ing. Cancellieri, in quale periodo di sviluppo di questa iniziativa siete riusciti ad andare oltre i confini della Sicilia?
Il passaggio è avvenuto con l’adesione del Comune di Pomezia, con cui sono entrato in contatto attraverso le Rete Natura 2000, filo conduttore che ha potuto accomunarci per altri progetti scientifici.
Successivamente grazie al Presidente Mondiale dei Dottori Agronomi e Forestali Andrea Sisti e Sindaco di Spoleto abbiamo avuto l’adesione della Città del festival dei Due Mondi e a seguire la Città di Imperia e Sansepolcro. Abbiamo ricevuto anche le adesioni di Villa San Giovanni e di altri Comuni della Regione Calabria.
Come hanno reagito e come hanno accolto la vostra proposta?
Attraverso un mirato e approfondito scambio di e-mail, è stato possibile sviluppare e consolidare contatti con amministrazioni in tutta la penisola.
AssoCEA si muove in una logica di rete e l’invio del kit di materiali inerenti all’adesione della Carta è il primo passo per soddisfare l’interesse dei Comuni, frutto molto spesso del passaparola e della sensibilità verso le tematiche ambientali da parte delle figure professionali con cui ci interfacciamo.
È un processo in continuo divenire. Hanno aderito moltissimi parchi e aree protette, come anche borghi antichi d’Italia, e questo ci fa capire che l’amministrazione comunale è il primo punto di contatto per arrivare alla cittadinanza e ad altri enti pubblici.
Capire l’importanza della tutela della biodiversità permette di sviluppare percorsi virtuosi di educazione e comunicazione.
Qual è l’approccio comunicativo con cui vi relazionate con enti e cittadini per promuovere il vostro impegno?
In vari modi, il riscontro positivo del progetto è stato possibile grazie all’esperienza nel mondo della scuola.
Con il progetto triennale S.A.N.A. – Salute, Ambiente, Natura, Alimentazione, sviluppato in un territorio che ospita il Parco dell’Etna e il Parco dei Nebrodi, avevamo già la volontà di innescare un’azione da parte dei Comuni, rimarcando il nostro iter che vuole fare leva sul coinvolgimento delle scuole e dei territori.
Tutto questo ha posto le basi per avviare nel 2020 il progetto Futuri Cittadini Responsabili 2.0 attivo tutt’ora. Inizialmente organizzato tramite moduli singoli inseriti all’interno delle lezioni, che in parte si rifacevano ancora a S.A.N.A. e contenevano insegnamenti riferiti all’ecosistema Macchia Mediterranea, per poi espandersi e approfondirsi a livello regionale come veicolo di conoscenza del capitale naturale.
Abbiamo utilizzato in questa fase un efficace Padlet con cui si sono resi facilmente fruibili i materiali multimediali, organizzati in macroaree di approfondimento, anche in senso interattivo e interdisciplinare.
Un’ulteriore peculiarità sta nel nostro carattere apolitico, che ci permette intraprendere rapporti istituzionali andando oltre le ideologie e focalizzandoci sul nostro focus relativo all’educazione ambientale.
Tutti i percorsi didattici che proponiamo sono realizzati da ricercatori e da professionisti del mondo accademico, individuando figure che possano trasmettere il tema ambientale in modo gradevole e semplificato, per arrivare alla comprensione di tutti.
Abbiamo dunque una chiave di lettura positiva da parte del mondo scuola riguardo al tema della conservazione della biodiversità e della tutela degli ecosistemi.
Restano aperti vari problemi, che risiedono nella mancata cooperazione tra professionisti. Ma oggi si vedono degli sviluppi e ritorna la questione comunicativa: nel momento in cui si sa porgere la tematica ambientale con la capacità di scomporla e semplificarla per renderla fruibile, senza implicazioni politiche, questo la rende accessibile ad ampio spettro.
Per approfondire: Carta dei Comuni Custodi della Macchia Mediterranea