Si sono aperti domenica 29 Novembre, con un giorno di anticipo, i lavori della COP21 di Parigi – la Ventunesima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici – che andranno avanti fino al 11 dicembre.
Molti gli articoli che girano, in rete e non, su questo importante evento al quale parteciperanno oltre 150 leader, fra cui capi di stato quali il presidente americano Barack Obama, quello cinese Xi Jinping, l’indiano Narendra Modi, il russo Vladimir Putin, il premier italiano Matteo Renzi e il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti.
Noi di Envi.info vorremmo aiutare i nostri lettori a raccapezzarsi nella grande mole di informazioni che riguardano questo evento ma che spesso sono frammentate – e soprattutto confuse, visti anche i recenti cambiamenti dovuti alle recenti misure di sicurezza disposte dal governo francese.
Cos’è e quali temi affronta la COP21?
La COP21 è un appuntamento cruciale al quale partecipano delegazioni di numerosi Paesi, in quanto deve portare al raggiungimento di un nuovo accordo sul clima, applicabile a tutti, per mantenere il riscaldamento globale sotto i 2°C dai livelli preindustriali. Per arrivare a questo nuovo accordo universale, i delegati dei 195 Paesi membri della Convezione Quadro delle UN sui cambiamenti climatici (CCNUCC) si sono riuniti regolarmente per redigere il testo che sarà votato a Parigi nelle prossime settimane. A partire dagli elementi già prodotti durante la COP20 di Lima (Dicembre 2014), è stata nei mesi scorsi approvata una bozza di 86 pagine che sarà discussa dai 1.300 delegati, che dovranno completarne le numerose parentesi quadre. Il documento, firmato dai due copresidenti della COP 21, il diplomatico algerino Ahmed Djoghlaf e lo statunitense Dan Reifsnyder, conferma ad esempio che ogni 5 anni le nazioni aderenti al trattato dovranno presentare dei piani, in modo che gli obiettivi nazionali, noti come Intended Nationally Determined Contributions (INDC), possano essere adeguati al fine di raggiungere l’obiettivo di fermare il riscaldamento globale entro la soglia critica di 2 °C . Si parla di numerose questioni: da quella del loss and damage, (il risarcimento che dovrebbe spettare a quei Paesi che subiranno gli impatti peggiori pur non avendo contribuito che in minima parte all’effetto serra), al capacity building che dovrebbe facilitare i paesi, in particolare i Paesi in Via di Sviluppo (PVS) a identificare e sviluppare azioni di adattamento e mitigazione. Alcuni Paesi ancora non hanno presentato i loro impegni volontari di riduzione delle emissioni: tra questi 49 ritardatari ci sono alcuni dei più grandi produttori di petrolio, come Arabia Saudita e Iran.
Le trattative andranno avanti per circa due settimane. A parte le prime due giornate introduttive istituzionali, la prima settimana vedrà i delegati entrare nel vivo delle negoziazioni, mentre la seconda settimana vedrà la Francia protagonista, a guidare la seconda fase dei trattati per giungere all’accordo di Parigi, che verrà però firmato ufficialmente a inizio 2016. Per una panoramica sull’agenda vi consigliamo il sito ufficiale che riassume la struttura delle negoziazioni
Qual è il ruolo della società civile? Come possono partecipare i cittadini?
Da un sondaggio condotto da Lorien Consulting per Legambiente, La Nuova Ecologia e Coou, è risultato che delle oltre 1.000 persone intervistate solo il 29% degli interpellati sapesse cos’è la COP21. Questo dato naturalmente solleva molte domande sull’efficacia della comunicazione ambientale al grande pubblico.
Fatta questa premessa, è altresì doveroso sottolineare che molte organizzazioni, associazioni e cittadini si sono mossi nei mesi scorsi per apportare il loro contributo all’evento. Lo testimonia ad esempio la lunga lista di ONG che si sono accreditate per partecipare come osservatori o per organizzare eventi collaterali sul sito ufficiale. È stato inoltre allestito lo spazio ad hoc “Espaces Géneration Climat” , geograficamente molto vicino al Centro di Conferenze delle UN, nel quale si svolgeranno dibattiti, tavole rotonde, conferenze e nel quale saranno presenti anche esposizioni pedagogiche e interattive. Questo spazio dovrebbe rimanere aperto, malgrado le misure di sicurezza recentemente imposte dal governo francese seguito agli attentati del 13 Novembre.
Sebbene il Primo Ministro francese Manuel Valls abbia tagliato molti eventi del programma – quelli giudicati meno “essenziali” – dalla marcia indetta per il 29 Novembre alle proiezioni di film, concerti e quant’altro, e sebbene sia stato decretato lo stato d’emergenza (che permette di mettere ai domiciliari persone sospettate di rappresentare un rischio per l’ordine pubblico, di svolgere perquisizioni senza l’autorizzazione della magistratura) la speranza è che la maggior parte delle attività nello spazio dedicato possano svolgersi regolarmente.
Come seguire la COP21?
Vista la molteplicità di siti che trattano l’argomento, ecco i consigli della nostra redazione su dove rimanere aggiornati:
Su Italian Climate Network, è possibile iscriversi alla newsletter che invia quotidianamente il riepilogo redatto dalla loro delegazione.
Anche Greenews.info pubblica numerosi articoli inerenti l’argomento che forniscono approfondimenti e panoramiche.
Altrimenti, il siti più aggiornato rimane quello ufficiale http://www.cop21.gouv.fr/ , disponibile sia in inglese che in francese.