I Fridays for Future tornano nelle piazze

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Sciopero per la giustizia climatica: serve un netto cambio di rotta in tema di emissioni di Co2.

Lo scorso 11 ottobre in molte importanti città italiane sono tornati in piazza gli attivisti di Fridays For Future che chiedono alle istituzioni “un netto cambio di rotta per contenere l’aumento della temperatura media globale a +1.5°”.

Nella nota pubblicata dallo stesso movimento ecologista si sottolinea che gli attuali cambiamenti climatici sono causati dalle attività umane, e soprattutto, sono più rapidi di quelli a cui abbiamo assistito in tutte le ere precedenti.

La protesta ed il cosiddetto Sciopero per la giustizia climatica nascono quest’anno, per quanto riguarda l’Italia, anche in relazione ai recenti disastrosi eventi climatici che hanno colpito la Sicilia e l’Emilia Romagna e contro il via libera all’estrazione di gas in Italia da parte di Eni.

Tra le città interessate dagli eventi di protesta Roma, Milano, Napoli, Torino e Firenze. Migliaia le persone scese per le strade per manifestare, per quella che i FFF definiscono come una mancanza di volontà politica.

Manca il coraggio di mettere in atto strategie a lungo termine per la difesa dei territori e delle persone.

A Roma presenti anche diversi collettivi liceali e universitari, mentre a Milano gli oltre 200 ragazzi hanno effettuato un flash mob di fronte alla sede di ENEL per chiedere di boicottare l’azienda energetica.

A Firenze i manifestanti si sono fermati di fronte al palazzo del Consiglio Regionale, Insieme a loro erano presenti gli operai dell’ex Gkn di Campi Bisenzio che come Collettivo di fabbrica da anni lotta per vedere avviato un processo di sana re industrializzazione.

L’edizione 2024 dello Sciopero per la giustizia climatica arriva in Italia a pochi giorni di distanza dalla approvazione del DDL 1660 (Decreto Sicurezza) che reprime e criminalizza con ancora maggior forza ogni forma di protesta, comprese quelle di stampo ambientalista.

È un sintomo della mancanza di risposte concrete ai problemi materiali del nostro presente. Il governo non riuscendo a convincere con la propaganda, prova a farlo con la forza.

Si rivela interessante la scelta del movimento ambientalista di inserire all'interno del proprio sito il The Climate Clock. Un countdown in continuo aggiornamento che segna il tempo che rimane all'umanità per azzerare le emissioni di CO2. Allo stesso tempo mette in risalto i progressi fatti, misurati in quantità di energia prodotta da fonti rinnovabili. 

Il lancio del countdown è iniziato a settembre del 2020 e al momento segnala 4 anni e 279 giorni ancora rimanenti prima della scadenza.

La scelta mostra la specificità l’importanza della situazione che stiamo vivendo a livello ambientale.

Azzerare le emissioni di Co2 nell’atmosfera è un obbiettivo da raggiungere al più presto per scongiurare danni irreversibili al nostro pianeta.

Sottolineare anche i progressi fatti fino ad oggi in tema di energie rinnovabili ha invece lo scopo di ricordare come il cambiamento necessario sia ancora possibile e che i risultati ottenuti in passato possono essere ottenuti nuovamente e anche migliorati.