PFU, le star inaspettate del nuovo cortometraggio di Greentire

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Il Morto“, il cortometraggio realizzato dal Centro Sperimentale di Cinematografia della Lombardia, racconta in modo originale le sorti degli pneumatici fuori uso (PFU) gestiti dal Consorzio Greentire, che si occupa del recupero di questo particolare tipo di rifiuto.

Attraverso la personificazione dell’oggetto protagonista e dialoghi definiti da un linguaggio emozionale, si mette in scena una narrazione che genera curiosità e sorpresa.

Il cortometraggio rinnova la collaborazione tra il CSC e Greentire ed è stato realizzato dai ragazzi e le ragazze del corso di pubblicità e cinema d’impresa, con la maestria di Maurizio Nichetti e grazie al lavoro di scrittura e direzione della regista Francesca Marra.

Abbiamo incontrato proprio Francesca, e insieme a Roberto Bianco, presidente di Greentire, hanno soddisfatto alcune nostre curiosità, parlandoci dei molti aspetti interessanti dietro la realizzazione de “Il Morto”.

Roberto, cosa parla il cortometraggio e quale messaggio vuole trasmettere?

Il cortometraggio si pone due obiettivi. Il primo è di comunicare, in modo attuale e con un pizzico di ironia, cosa fa Greentire. Chi, come noi, opera nel mondo dei rifiuti sa bene quanto sia difficile destare attenzione positiva: di solito, infatti, titoli di giornale o i servizi televisivi sono relati a eventi negativi, ove non trattasi addirittura di reati.

Il secondo obiettivo è una sorta di call to action rivolta ai produttori e importatori di pneumatici. Un invito ad associarsi a Greentire per far sì che le loro quote di PFU da gestire siano trasformate in materia, nell’interesse di tutti. 

A chi è principalmente rivolto?

Il corto è stato pubblicato sul sito e sui canali social Greentire il 27 novembre 2024. È rivolto, innanzitutto, ad un target giovane; sono convinto che molti avranno notato quella che, dal mio punto di vista, è un omaggio al regista Quentin Tarantino (Le iene e Pulp Fiction in primis).

Come detto, poi, è rivolto ai produttori e importatori di pneumatici come invito ad essere parte attiva della vera economia circolare.

Quali sono a vostro avviso le modalità più efficaci per comunicare il potenziale dei PFU?

Comunicare in tema rifiuti è complesso, e ciò vale anche per gli PFU. L’attenzione sta crescendo, anche tra i più giovani, ma bisogna informare e formare costantemente per guidare verso le corrette pratiche ambientali.

Ritengo che l’audiovisivo sia una delle modalità più efficaci per comunicare il potenziale degli PFU: ha la capacità di coinvolgere emotivamente il pubblico, rendendo concetti complessi più accessibili e memorizzabili.

Video animati, documentari brevi o contenuti interattivi possono illustrare in modo chiaro e accattivante i processi di recupero, i benefici ambientali e le buone pratiche legate al recupero di materia.

È fondamentale integrare queste risorse audiovisive con campagne mirate sui social media e con attività educative nelle scuole.

Queste strategie possono amplificare il messaggio e stimolare un cambiamento concreto, sensibilizzando il pubblico verso la corretta gestione dei rifiuti e la valorizzazione degli PFU.

Da qui la scelta di rinnovare la collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia della sede di Milano. Peraltro, posso anticipare che a breve verrà pubblicato il video istituzionale di Greentire, sempre realizzato con il CSC. Le corde che utilizzerà saranno diverse, ma sempre finalizzate a rendere evidente qual è la nostra attività e performance.   

Francesca, quali strategie audiovisive o di copione avete adottato per comunicare il messaggio?

La strategia di comunicazione si basa su una costruzione narrativa che mantiene il mistero sull’oggetto della discussione tra i tre personaggi, catturando così l’attenzione del pubblico fin dai primi istanti.

Questo senso di enigma è accompagnato da parallelismi tra il dibattito sul destino di un “corpo” e il messaggio legato alla sostenibilità di Greentire.

Lasciare molte domande aperte nelle fasi iniziali stimola la curiosità dello spettatore, spingendolo a voler sapere di più e a seguire fino alla conclusione.

Tale approccio non solo intrattiene, ma coinvolge attivamente il pubblico, rendendolo parte del processo di scoperta e comprensione del messaggio.

Il cortometraggio è realizzato per i social media o anche per i media tradizionali?

Lo spot è concepito per una diffusione trasversale, includendo sia i social media sia i canali tradizionali come la televisione. In particolare, abbiamo realizzato una versione ridotta di trenta secondi per adattarsi agli standard televisivi.

Inoltre, è possibile vedere due versioni de “Il Morto”:

  • Una ci mostra un’unica inquadratura fissa sui personaggi mentre dialogano, seguita dalla rivelazione finale dello pneumatico.
  • Un’altra alterna primi piani dei personaggi, evidenziando le loro espressioni per amplificare l’intensità emotiva del dialogo e la connessione con lo spettatore.

La sceneggiatura inoltre, ci spiega Francesca, nasce ispirandosi al genere giallo e thriller. Lo pneumatico diventa il corpo del reato, al termine del proprio ciclo di vita.

Un concetto sviluppato all’interno di un’ambientazione ombrosa, attraverso una discussione tra personaggi dai volti cupi, “che accendono un confronto tra un approccio etico e uno pragmatico“.

«La loro conversazione sul destino dei PFU è stata costruita in modo da richiamare metaforicamente il tema della sostenibilità e dello smaltimento, rendendo il messaggio chiaro e incisivo», afferma Francesca.

Roberto, le nuove generazioni pensate possano avere un grado di sensibilità maggiore sul tema dell’economia circolare?

Si, lo credo. Crescendo in un contesto globale sempre più attento alla sostenibilità, molti giovani mostrano una grande sensibilità.

È necessario, però, un approccio pragmatico e di buonsenso, rifuggendo da posizioni esclusivamente ideologiche o eccessive.

La soluzione è creare un dialogo intergenerazionale e valorizzare il contributo dei giovani nei processi decisionali, affinché il loro slancio e la loro visione possano incidere realmente sulle politiche del futuro.

Occorre, quindi, incentivare una loro partecipazione attiva e realizzare insieme il cambio di paradigma verso una vera economia circolare.