Come ogni anno, il 22 marzo si celebra la Giornata Mondiale dell’Acqua. Istituita nel 1992 dalle Nazioni Unite dopo la Conferenza di Rio, ogni anno ci si concentra su un tema di speciale attualità. L’edizione 2016 invita a riflettere sul rapporto tra risorse idriche e creazione di nuovi posti di lavoro.
Se infatti La Stampa ci ricorda che “un posto di lavoro su due è legato alla disponibilità di acqua” l’Istat sensibilizza attraverso le statistiche: “l’irrigazione agricola richiede in un anno 12 miliardi di metri cubi di acqua e l’industria manifatturiera ne utilizza 5,5 miliardi di metri cubi. Con 681 milioni di metri cubi, il settore dei prodotti chimici è quello che ne beve di più, seguito dal settore della gomma e delle materie plastiche (645 milioni di metri cubi). In media, sono stati necessari 8,8 litri di acqua per ciascun euro di produzione manifatturiera realizzata nel 2012. Ci sono centinaia di litri di acqua virtuale in ogni oggetto della vita quotidiana, a cominciare dal computer su cui sto scrivendo”.
Sempre La Stampa riporta un altro strumento di comunicazione relativo al World Water Day (che oggi si trova nella Topic Trends di Twitter): si tratta del libro appena edito da Bollati Boringhieri di Alok Jha, giornalista scientifico, il quale ha provato a mettere in fila gli innumerevoli volti del liquido più essenziale per la vita. Ne è uscito “Il libro dell’acqua. La storia straordinaria della più ordinaria delle sostanze”, 370 pagine, in cui lo scrittore racconta l’acqua terrestre in tutti suoi aspetti fisici, chimici e biologici. E ci ricorda che anche la vita extraterrestre è legata alla presenza di acqua.
Oltre al livello istituzionale, le organizzazioni non governative hanno utilizzato il giorno internazionale per l’acqua come un momento per sensibilizzare l’attenzione del pubblico sulla gestione dell’acqua nella nostra era, con occhio di riguardo all’accesso all’acqua dolce e alla sostenibilità degli habitat acquatici. Infatti sono ancora 312 milioni le persone che non hanno accesso all’acqua potabile mentre l’ONU ci ricorda che la Terra rischia il 40% di disponibilità in meno di acqua accessibile se non miglioriamo la gestione di questa risorsa vitale.
Redazione