Low impact è un’associazione ambientale nata dal presupposto che tutti, imprese, istituzioni e cittadini, possano far la loro parte per l’ambiente. Fondata con il preciso scopo di divulgare comportamenti virtuosi in termini di eco sostenibilità, Low Impact introduce un approccio nuovo al risparmio ambientale come condivisione delle responsabilità.
L’attività dell’associazione si rivolge a vari soggetti. Se le imprese e le istituzioni possono adottare comportamenti e decisioni orientate al risparmio ambientale, rispettando i codici di comportamento specifici per settore produttivo previsti da Low Impact, così i privati cittadini possono fare la loro parte, adottando comportamenti rispettosi dell’ambiente, ma soprattutto informandosi. Come ci spiega Letizia Palmisano, collaboratrice di Low Impact, «ai privati chiediamo la semplice adesione alla Vlip Community che è il luogo all’interno del quale condividere opinioni, esperienze, immagini e video e dove poter approfondire le tematiche ambientali in maniera piacevole e partecipativa. Il valore per tutti noi, in quanto cittadini, è evidente: in un ambiente migliore si vive meglio».
Quali strumenti avete predisposto in termini di comunicazione, visibilità e quindi valorizzazione di tali comportamenti?
«Al momento lo strumento che utilizziamo maggiormente è sicuramente il portale attraverso il quale effettuiamo approfondimenti di natura giornalistica sulle tematiche ambientali realizzando anche inchieste e speciali. Abbiamo inoltre la VLIP Community, che sarà destinata a diventare la maggior piattaforma online sul tema della sostenibilità all’interno della quale intendiamo coinvolgere e rendere sensibile una parte molto rilevante della nostra collettività. In futuro non escludiamo l’utilizzo di ulteriori strumenti di comunicazione e stiamo già lavorando alla nascita dei Low Impact Awards, dei premi divisi per sottore merceologico che intendono mettere in evidenza quegli operatori che più di altri si sono impegnati in ottica ambientale».
Cosa vuol dire Vlip?
«“VLIP” è l’acronimo di Very Low Impact People, è facile da ricordare e richiama alla mente il concetto di VIP. Solo che a nostro avviso, in una società sempre più distratta dall’effimero, diventare VLIP significa anche recuperare dei valori di normalità e di rispetto dell’ambiente che riteniamo sicuramente più qualificanti di tanti altri valori legati all’essere e all’apparire. Per accedere alla VLIP Community è sufficiente registrarsi su http://community.lowimpact.it. Essere un VLIP ti permette di confrontarti, conoscere cose e persone nuove, approfondire, partecipare ed essere protagonisti di un nuovo social, peraltro tutto made in Italy con l’obiettivo dichiarato di fare ognuno la propria parte per l’ambiente».
Quindi l’interesse all’ambiente è la condizione per entrare in Low Impact anche per aziende ed enti?
«Come dicevo poco fa noi ci auguriamo che si sviluppi un interesse per l’ambiente esteso a tutti i soggetti sia pubblici che privati. Però non possiamo non adottare un atteggiamento pragmatico e realistico nei confronti delle motivazioni che possano spingere aziende ed enti ad adottare comportamenti virtuosi. Per questa ragione per noi va bene sia se l’interesse è dettato da un puro interesse verso l’ambiente, sia se è dettato da obiettivi di visibilità, commerciali o di immagine aziendale».
Tornando alla Vlip Community sarà u forum, un social o altro?
«Sarà un social tematico, una grande piazza virtuale e come tutte le agorà sarà possibile fare molteplici cose. Saranno presenti gruppi di discussione che, declinati su specifiche tematiche, rappresenteranno un luogo privilegiato per affrontare determinati argomenti. Pensiamo ad esempio ai nostri comuni, avremo finalmente una piattaforma non solo per segnalare cosa va e cosa non va ma anche un luogo per confrontarci con gli enti locali e per stimolarli a fare meglio. Pensiamo alla possibilità per le mamme di confrontarsi con gli esperti per verificare come crescere e alimentare dei bambini evitando i rischi derivanti da un’alimentazione non idonea. Pensiamo, ancora riferendoci al mondo femminile, quanto potrebbe essere interessante parlare di look e di make-up tenendo in considerazione quali sono le sostanze non naturali che potrebbero causare problemi per la pelle e la salute oltre che danni per l’ambiente. Potrei continuare perché i gruppi di discussione saranno moltissimi ma quello che promettiamo fin d’ora è di parlare di rispetto dell’ambiente in maniera piacevole e assolutamente non noiosa. Si potrà chiedere amicizia, scambiare messaggi, creare album fotografici, inserire post e commentarli e fare molte altre cose ancora. Per queste ragioni contiamo su un livello molto elevato di partecipazione e, se i risultati rispetteranno le previsioni, contiamo di tradurre il social in più lingue e di estenderlo a livello internazionale».