A partire da oggi, Envi.info offre ai Consorzi di Filiera del sistema CONAI una vetrina in cui esprimere il loro punto di vista sul tema della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (SERR) 2016: la “riduzione dell’impatto ambientale degli imballaggi”. Nella prima puntata abbiamo intervistato Massimiliano Avella, Responsabile Sviluppo Raccolta e Riciclo di CoReVe.
Coreve è il Consorzio nazionale responsabile del riciclo e del recupero dei rifiuti d’imballaggio in vetro prodotti sul territorio nazionale. Fanno parte del Consorzio tutte le imprese produttrici d’imballaggi in vetro e gli importatori, sia imbottigliatori che grossisti. Il Consorzio razionalizza, organizza, gestisce e promuove il ritiro dei rifiuti d’imballaggio in vetro, provenienti dalla raccolta differenziata effettuata dal servizio pubblico, garantendone l’avvio a riciclo.
- Come è evoluta, in termini quantitativi e qualitativi, la raccolta di vetro negli ultimi anni?
La raccolta differenziata del vetro nel 2015 è cresciuta del 3,5% rispetto all’anno precedente raggiungendo 1.825.000 tonnellate. SI tratta di un risultato importante anche in considerazione del fatto che la percentuale di raccolta è già piuttosto alta e, quindi, ogni punto percentuale in più è frutto di un grande impegno e di grande attenzione da parte dei cittadini e delle amministrazioni locali. Il risultato di quest’anno conferma il trend di crescita costante che Coreve è riuscito a imprimere alla raccolta e al riciclo del vetro. In oltre dieci anni di attività, infatti, il tasso di riciclo è passato dall’iniziale 38,8% del 1998 al 70,9% registrato a fine 2015.
In questo periodo, a fronte di una crescita dell’immesso al consumo del 23%, le quantità di vetro MPS (Materia Prima Seconda) riciclate, provenienti dai rifiuti di imballaggio, sono cresciute del 157%.
In questi ultimi anni i nostri sforzi si sono concentrati principalmente nel far crescere la raccolta differenziata nelle regioni del Centro e del Sud e nel migliorare la qualità della raccolta. Sul primo fronte, anche se la strada da percorrere è ancora parecchia, sono stati ottenuti risultati confortanti: nelle regioni italiane del Centro (+10,9%) e del Sud (+5,3%) si verificano le maggiori percentuali di crescita. Per quanto riguarda, invece, il tema della qualità, che a CoReVe sta particolarmente a cuore, si è lavorato su più fronti, da un lato coinvolgendo le amministrazioni pubbliche in un processo di sensibilizzazione e formazione, dall’altro rivolgendosi direttamente ai cittadini investendo in una intensa pianificazione televisiva. Anche se siamo consapevoli che si tratta di un processo lungo perché dobbiamo agire sulle abitudini quotidiane e consolidate dei cittadini, i riscontri sono molto positivi.
- Quali sono le misure di prevenzione che suggerite o già attuate per ridurre l’impatto degli imballaggi?
Le misure di prevenzione di riferimento vanno da quelle “pre” consumo (come gli alleggerimenti per unità di vendita e ogni altra soluzione atta a migliorare la riciclabilità dei materiali) a quelle post-consumo, cioè quelle iniziative volte alla riduzione degli impatti degli imballaggi una volta consumati, tra cui ricordiamo il riutilizzo (o “vuoto a rendere”) e soprattutto, vista la nostra missione istituzionale, l’ottimizzazione dell’avvio a riciclo dei rifiuti d’imballaggio in vetro. Negli ultimi trent’anni, ad esempio, l’industria del vetro e la Stazione Sperimentale del Vetro hanno “messo a punto” metodologie e tecniche produttive che hanno consentito una drastica riduzione degli spessori degli imballaggi, mantenendo inalterate le caratteristiche del prodotto finale.
La massimizzazione del recupero e riciclo dei contenitori a fine vita è comunque per noi la strada maestra che va perseguita in primis attraverso il miglioramento quali-quantitativo della raccolta differenziata nazionale, il miglioramento del trattamento e la riduzione degli scarti del processo di recupero, il riciclo “aperto” degli scarti anche in settori diversi da quello vetrario in alternativa alla discarica. Il vetro è l’unico materiale totalmente riciclabile, senza alcuna integrazione di materia, che una volta riciclato dà vita a un prodotto che mantiene perfettamente intatte tutte le caratteristiche del prodotto realizzato con materie vergini. Questo significa che sostenere i consumi degli italiani attraverso la raccolta differenziata spinta sarebbe, di per sé, il miglior sistema di prevenzione per ridurre l’impatto ambientale della produzione e dell’utilizzo degli imballaggi in vetro. Il nostro lavoro in questa direzione, in un costante confronto con l’industria e il mondo della ricerca, ha portato a ridurre la frazione di rottame di vetro di scarto che non può rientrare, per ragioni qualitative, nel rottame indirizzabile al forno fusorio di una vetreria. Sia attraverso il recupero, sotto forma di “sabbia di vetro”, di una parte di questi scarti che attraverso l’apertura di nuovi sbocchi per il recupero in settori diversi da quello vetrario. In altri termini, ogni forma di prevenzione, che Coreve caldeggia e favorisce, deriva dallo sviluppo della tecnologia e dallo studio di nuove soluzioni che consentano di migliorare le prestazioni, elevare la qualità dei materiali da recupero, arrivare ad un minor consumo di materie prime.
- Quali sono i consigli più importanti su come ridurre l’impatto degli imballaggi?
La raccolta differenziata è in linea di massima piuttosto semplice e intuitiva, però nasconde alcune insidie: ci sono materiali che sembrano vetro ma vetro non sono. La ceramica per esempio – che qualcuno associa al vetro per le sue caratteristiche fisiche – è in realtà è il peggior nemico del processo di riciclo del vetro. Un frammento di una stoviglia in porcellana o ceramica che, per qualche motivo (per esempio perché troppo “fine” per essere individuata nella selezione meccanica e automatizzata degli inquinanti operata dagli impianti di trattamento), dovesse sfuggire alla cernita, con selettori ottici a ciò dedicati, negli impianti di trattamento e finire, insieme al rottame di vetro, nel forno di una vetreria danneggerebbe la produzione creando dei difetti e rendendo fragili i contenitori che, come tali, dovrebbero essere scartati. Allo stesso modo un frammento di cristallo, che contiene Pb, per le normative internazionali che regolano il riciclo del vetro da imballaggio, non può essere con questo mescolato. Pertanto, per ridurre l’impatto degli imballaggi è fondamentale prestare molta attenzione alla diffusione delle informazioni per una corretta raccolta differenziata, conferendo in modo corretto i diversi imballaggi nella campana giusta. Un errore finisce per vanificare lo sforzo di molti altri cittadini che hanno selezionato coscienziosamente i loro imballaggi.