L’Europa e la nuova mobilità possibile

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di Silvia Musso

Anche quest’anno, il 16 settembre, ha preso il via la Settimana della Mobilità Sostenibile promossa dall’Unione Europea. Vero e proprio contenitore di eventi, si concluderà mercoledì 22 settembre con la giornata senza auto meglio nota come “In città senza la mia auto” e numerose altre iniziative satellite.

Dal 2002, anno in cui fu indetta per la prima volta la Mobility Week, il trend alla partecipazione è in costante aumento. E i dati del 2009 lo confermano: 2181 città aderenti e 4440 misure permanenti adottate a favore della mobilità sostenibile.

La nona edizione, quella di quest’anno, è accompagnata dal claim “Travel Smarter, Live Better”, che cerca di rendere attraenti modi forse inusuali ma più intelligenti di spostarsi.

L’obiettivo della Settimana è quello di diffondere una nuova consapevolezza in merito alla mobilità urbana, al fine di contenere i principali problemi legati a un sistema di trasporto basato prevalentemente sui veicoli privati motorizzati le cui conseguenze si ripercuotono sulla salute dei cittadini, visto che sono causa di incidenti stradali, infezioni respiratorie, disturbi cardiovascolari, obesità e isolamento sociale.

«Lo scopo della Settimana europea della mobilità – dichiara il Commissario europeo per l’ambiente, Janez Potočnik è responsabilizzare le autorità locali nella scelta delle politiche relative ai trasporti urbani, al fine di migliorarne l’impatto sull’ambiente e sulla qualità di vita dei cittadini».

Gli eventi di quest’anno, al momento promossi da 2027 città, sono coordinati da tre organizzazioni non governative (Eurocities, Energie-Cités e Climate Alliance). La nazione più attiva è la Spagna con 567 iniziative, seguono l’Austria (429), la Francia (147) e la Polonia (113). 37 le iniziative ufficiali per l’Italia. Nella città di Bologna, ad esempio, è prevista un’asta di biciclette (abbandonate) di seconda mano, a Torino gratis la “punzonatura antifurto” delle biciclette.

Per chi vorrebbe aderire ma ha poca fantasia, il sito propone azioni da intraprendere più o meno simboliche e più o meno realizzabili nell’immediato. Alle amministrazioni, ad esempio, viene suggerito di rivedere il “Piano della città” per evitare che le persone debbano affrontare lunghi e ricorrenti viaggi per raggiungere i servizi e recarsi al lavoro; sviluppare un piano di mobilità urbana sostenibile, limitando l’accesso alle auto ed il parcheggio in alcune aree o introdurre zone a basse emissioni o a bassa velocità; finanziare campagne di informazione; condividere le migliori pratiche sulla mobilità sostenibile con altre città in Europa.

Per i privati, la UE suggerisce invece di scegliere abitazioni comode ai collegamenti pubblici, oppure sperimentare il car-sharing e il car pooling, fino all’adozione dell’orario di lavoro flessibile o il passaggio al telelavoro.

La Mobility Week propone nuovi stili di vita ma l’offerta di un mezzo alternativo all’auto per spostarsi non è sufficiente per ottenere una mobilità meno impattante. È forse necessario invece sul lungo termine ripensare tutto il paesaggio urbano e modificare la cultura degli spostamenti. Vero e proprio wake up call per gli enti pubblici, la Settimana rappresenta un’occasione per testare le loro politiche di trasporto e per presentarle ai cittadini, sfruttando la risonanza mediatica che l’iniziativa porta con sè.

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