Il glifosato è l’erbicida più utilizzato su scala globale. È presente in oltre 750 formulati, tra cui il Roundup®, marchio registrato dalla multinazionale Monsanto, dedicati alle colture intensive, agli orti e al giardinaggio. Nel 2014 la produzione mondiale di glifosato ha superato le 800.000 tonnellate e il trend nei prossimi anni è destinato a crescere: si stima che entro il 2020 la richiesta possa raggiungere il milione di tonnellate. Lo sviluppo del mercato è legato al crescente impiego delle colture geneticamente modificate (OGM) resistenti al glifosato.
Ad accendere i riflettori sull’erbicida più venduto al mondo è stata la valutazione di cancerogenicità espressa lo scorso anno dalla IARC (International Agency for Research on Cancer), organo dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ritenuto la massima autorità in campo oncologico.
Una campagna per bloccarne l’utilizzo
La campagna #StopGlifosato ha preso avvio nel 2015, dopo che la IARC ha classificato tra i probabili cancerogeni per l’uomo il glifosato.
A settembre 2015 la campagna è stata assunta in maniera unitaria dal tavolo delle associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica e biodinamica attivo dal 2012 sulla PAC (Politica Agricola Comunitaria) e sul PAN Pesticidi. Un tavolo che si è ulteriormente ampliato, arrivando ad includere oltre 45 organizzazioni che costituiscono la coalizione italiana StopGlifosato.
La coalizione ha intensificato il suo lavoro dopo l’uscita della valutazione dell’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, che in contrasto con il parere della IARC, ritiene la sostanza probabile non cancerogena per l’uomo, “basandosi su studi mai pubblicati e forniti dalle stesse imprese chimiche che producono il glifosato” puntualizza il movimento “in contrasto con le più elementari garanzie di indipendenza e in evidente conflitto d’interessi”.
Come prendere parte all’iniziativa
La coalizione StopGlifosato chiede, in assenza di pareri univoci sul piano scientifico sulla cancerogenicità del glifosato:
- al Governo Italiano, ai Ministri competenti di Agricoltura, Salute e Ambiente e alle istituzioni europee, di applicare il principio di precauzione in nome della tutela della salute pubblica, vietando definitivamente e in maniera permanente la produzione, la commercializzazione e l’uso di tutti i prodotti fitosanitari a base dell’erbicida.
- alle Regioni chiede la rimozione del glifosato da tutti i disciplinari di produzione che lo prevedano e l’esclusione dai premi dei PSR delle aziende che ne facciano uso, evitando l’insensatezza di premiare con fondi pubblici “l’uso sostenibile di un prodotto cancerogeno”.
Per unirsi alla campagna è sufficiente collegarsi al sito e/o condividere i materiali comunicativi sui social e firmare la petizione online. Tutte le informazioni su: www.stopglifosato.it