Continua il progetto di compostaggio “Le Oasi di El Ouidane” in Tunisia

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I primi lavori sono partiti nel 2015. Il progetto si chiama “Le Oasi di El Ouidane” e ha portato all’avviamento di un concreto percorso di sostenibilità ambientale in un paese extraeuropeo. In prima battuta, grazie a una capillare campagna di comunicazione porta a porta e, in secondo luogo, mediante la realizzazione di un valido sito di compostaggio. Breve ripasso delle puntate precedenti (raccontate già su ENVI in questi articoli: “L’OASI DI EL OUIDANE“, “L’Oasi di Degache: arriva la raccolta dell’organico in Tunisia“, “Le Oasi di El Ouidiane: iniziata la fase 2“. “Le Oasi di El Ouidane” (nel governatorato di Tozeur) è un progetto finanziato dall’Otto per Mille alla Chiesa Valdese e dall’Unione delle Chiese Metodiste Valdesi. I suoi settori d’intervento sono lo sviluppo economico sostenibile, la trasformazione dei rifiuti e l’educazione alla cittadinanza. L’intera popolazione è quindi beneficiaria delle azioni del programma, che ha anche lo scopo di incrementare il dialogo con le istituzioni per offrire una migliore qualità di vita. Pertanto, oltre alle famiglie del quartiere pilota e ai piccoli raccoglitori informali di rifiuti, sono interessate tutte le realtà produttive del terzo settore quali associazioni, scuole ed enti del territorio.

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Il fine generale è perciò di favorire la promozione, la valorizzazione e la tutela dell’ambiente locale. Compito dell’iniziativa è infatti studiare e sviluppare un sistema di raccolta differenziata efficiente, al fine di promuovere una migliore gestione dello spazio pubblico e del territorio municipale. Nello specifico, tuttavia, si è cercato pure di facilitare il reinserimento e la reintegrazione dei tunisini nel proprio paese d’origine, predisponendo le condizioni necessarie alla nascita di imprese cooperative sostenibili principalmente nel settore ambientale, e incrementando le relazioni tra soggetti diversi. Il caso di Degache può dunque essere presentato come un’esperienza innovativa ed esemplare di gestione dei rifiuti per la salvaguardia dell’ambiente, oltre che una valida soluzione per la tutela della salute pubblica.

L’avvio della seconda fase del progetto, iniziata a gennaio 2016, si è ora positivamente concluso. Sono stati acquistati i mastelli e le compostiere; è stato realizzato il materiale informativo e segnaletico; è stato consegnato il kit per la raccolta secco/umido. In generale, esso può essere identificato come la continuazione di un metodo di lavoro e di una gestione dei rifiuti di tipo democratico, nonché di una filosofia di fertile cooperazione tra Italia e Tunisia. Adesso, l’intento è di coinvolgere altri 3000 abitanti (circa 500 famiglie) con il servizio di raccolta differenziata “porta a porta” oltre, chiaramente, ai beneficiari del quartiere pilota coinvolto durante la prima fase di progetto (250 famiglie). Il sito di compostaggio dove verrà trasportata la frazione organica dei rifiuti prodotti dai nuovi cittadini coinvolti sarà implementato e meglio equipaggiato in futuro. Il compost ricavato sarà ulteriormente analizzato e utilizzato in agricoltura valutandone gli impatti positivi sulle diverse coltivazioni di palme e alberi da frutto.

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Paolo Agostini (cooperativa ERICA), che ha seguito in loco l’intero iter, è convinto che «continuare a produrre compost coi rifiuti domestici in zone aride potrà finalmente dare la possibilità di rispondere a molte questioni urgenti come, per esempio, la lotta alla desertificazione». Inoltre, «questo semplice esercizio di buone pratiche nella gestione dei rifiuti, oltre a non avere eguali in tutta la zona del Maghreb, vuole essere una sorta di esempio in piccola scala su come è possibile affrontare problematiche difficili senza enormi investimenti». «A seguito dei feedback molto positivi», continua Agostini, «sia da parte della popolazione beneficiaria che delle autorità competenti tunisine, dato anche dai buoni risultati scientifici ottenuti dalla produzione e dall’analisi del compost, questa seconda fase vuole far sì che una buona parte degli abitanti di Degache venga coinvolta in tale sistema virtuoso di raccolta differenziata, cercando di aumentare la sensibilità in merito alle tematiche ambientali e diventando così dei cittadini attivi».

Fabio Dellavalle

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