Una rete su due ruote, ovvero la comunicazione ambientale veicolata da un veicolo. Questa è l’iniziativa che da più di dieci anni porta avanti il movimento spontaneo Critical Mass nato a San Francisco nel 1992.
«La critical mass è un raduno di biciclette che, sfruttando la forza del numero (massa), invadono le strade normalmente usate dal traffico automobilistico. Se la massa è sufficiente (ovverosia critica), il traffico non ciclistico viene bloccato anche su strade di grande comunicazione».
Un portale principale raccoglie i siti delle masse critiche di tutto il mondo. Persone che si incontrano a cadenza mensile o settimanale e che intraprendono una pedalata tra le vie della città, per dimostrare che una mobilità diversa è possibile. Ma non solo questo. C’è chi pedala per riappropriarsi di spazi pubblici, c’è chi lo fa per ridurre le emissioni di CO2, chi per opporsi al monopolio del petrolio e a tutto ciò che esso comporta. Chi lo fa per il solo gusto di divertirsi e vedere la faccia stupita delle persone al loro passaggio o i musi lunghi degli automobilisti. Insomma, una struttura decentralizzata senza un vertice distinguibile e senza un itinerario; un insieme di persone con stili di vita diversi e con obiettivi diversi.
Prima ci si incontrava dandosi appuntamento col passaparola, coinvolgendo le radio locali e sperando che altri ciclisti si aggregassero al corteo, successivamente il movimento ha affinato la sua campagna virale fatta sulla strada. Volantini e depliant hanno dato vita alla “xerocrazia”, la democrazia delle fotocopie, di chi promuove su iniziativa personale. Volantini non solo per promuovere l’evento, ma anche da distribuire durante l’azione, per illustrare agli ignari “malcapitati” il loro messaggio. Con l’avvento delle stampanti di ultima generazione Critical Mass passa al flyer, dalla grafica più accattivante, uno strumento efficace, economico e di grande impatto.
Col passare del tempo, dilagano gli sticker scaricabili dal web, da stampare e da appiccicare nei punti strategici della città: pali, ma soprattutto rastrelliere e negozi amici della bicicletta.
Nell’e-shop oggi si possono anche scaricare stampe per t-shirt e postcard da spedire agli amici. Se il popolo dei ciclisti online degli inizi sembrava molto diverso da quello che poi si incontrava sulle strade, basta dare uno sguardo ai forum e ai blog di oggi per capire che questa disparità ormai non esiste più.
Critical Mass con la sua spontaneità e la sua non organizzazione ha fatto della bicicletta il principale strumento di comunicazione, è bastata una targhetta catarifrangente portante la scritta “NO OIL” per far riflettere i distratti destinatari proprio mentre si pedala.
Ricche le sezioni di feedback in cui si possono ammirare foto e filmati delle varie manifestazioni, ed anche film e libri sull’argomento.
in questo periodo di magra si sente parlare sempre più spesso di critical mass… e mentre tutto il mondo risponde alla crisi economica adottando stili di vita più sostenibili, torino reagisce così: http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200903articoli/9941girata.asp>>che vergogna!!!
Bici 4 ever, hai proprio fatto centro! Ma quanto è difficile pensare a una città diversa? Dobbiamo rifornire i nostri politici di lenti speciali contro la miopia… 🙂