I terremoti non si possono prevedere ma i loro devastanti effetti si possono contenere, soprattutto attraverso la comunicazione e l’informazione. Comunicare i comportamenti da adottare in caso di sisma è infatti il primo passo da compiere per evitare stragi.
Lo hanno ormai capito da anni i giapponesi: le esercitazioni anti-sisma e la “propaganda di massa” attuata in modo sistematico dal Governo nipponico vengono spesso considerate dai turisti come comportamenti bizzarri e folkloristici, ma rappresentano invece l’eccellenza della prevenzione a livello mondiale, al punto di poter parlare di un vero e proprio “modello giapponese” esportato in tutto il mondo.
Esso prevede la messa in circolazione di informazione su larga scala attraverso volantini, manuali, fumetti; la creazione di percorsi ben visibili e di vie di fuga attraverso la cartellonistica e tramite una pianificazione dettagliatissima delle evacuazioni post-sisma; la costruzione di strutture antisismiche (dalle abitazioni agli impianti idrici ed elettrici delle stesse) e la distribuzione di kit di sopravvivenza presenti in uffici, case e negozi. Tutti hanno infatti sempre a portata di mano (incollato alla porta o sotto i tavoli) il famoso “kit anti sisma”, che permette di sopravvivere alcuni giorni sotto le macerie aspettando i soccorsi: esso contiene torce a carica, radio a carica, garze, cerotti, acqua, barrette energetiche, fischietto per essere individuati dai soccorritori.
Che la prevenzione dei terremoti faccia ormai parte della cultura giapponese, è visibile ovunque. In tutte le città, ad esempio, le prefetture hanno stabilito i percorsi da seguire in caso di emergenza, indicati da una segnaletica permanente. I cittadini sono organizzati per rioni e, in caso di evento catastrofico, conoscono, senza aspettare i soccorsi, il punto preciso in cui raggrupparsi e attendere istruzioni.
L’iconografia-guida è rappresentata da Namazu, un enorme pescegatto che nella mitologia giapponese è in grado di dare origine ai terremoti: l’animale indica le grandi arterie che in caso di calamità verranno chiuse al traffico per far circolare i mezzi di soccorso.
Esiste poi un sistema nazionale di allarmi, veicolati soprattutto da radio e tv, che si attiva poco prima di previsti eventi sismici. Per quanto riguarda infine il livello legislativo, nelle agenzie immobiliari per ogni appartamento esiste una sezione di vendita che deve illustrare gli accorgimenti antisismici che equipaggiano l’intero edificio.
Davvero interessante, credo che avremmo tutti da imparare!!!
Purtroppo nella cultura contemporanea dell’Italia contemporanea, al di là dell’Abruzzo, il Namazu sarebbe percepito come un ulteriore onere burocratico dello Stato che obbliga a spendere inutili soldi per tenere i “kit anti sisma” e far spendere alle imprese prezioso tempo/denaro per le esercitazioni .
Sono pessimista sullo scollamento tra realtà e immaginario culturale. E’ vero che tutto passa per la comunicazione e la sua capacità di costruire immaginari nella testa della gente, ma ci vogliono molti mezzi (oltre a buone idee) per modificare l’opinione pubblica.
Il terremoto è un grande e potente mezzo “naturale” ma modifica la percezione e la mentalità in modo “provinciale”, solo laddove è arrivato a farsi sentire.
E’ tutta una questione di raggiungere il destinatario.