Comunicazione ambientale e fotografia

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di Alessio Sciurpa

Parlare di fotografia e comunicazione ambientale oggi nell’era del digitale, e cioè della fotografia come mezzo di rappresentazione della natura, è sicuramente complesso. Perciò resteremo fuori dalle dispute di carattere semiotico, se la fotografia sia linguaggio, segno o mezzo, per concentrarci sui sistemi significanti che fanno della fotografia, come di qualsiasi altro testo a livello comunicativo, un oggetto di senso. Prendendo spunto da “La chambre claire” in cui Barthes dice: In sè la foto non è affatto animata (io non credo alle foto “vive”), però essa mi anima: e questo è appunto ciò che fa ogni avventura.

Ne è un buon esempio il lavoro legato ai cambiamenti climatici fatto da Panos pictures sull’isola di Tuvalu. Ne parliamo con Anna Stevens, Digital Assistant presso l’agenzia londinese: qual è oggi, per la sua personale esperienza, la relazione che lega immagine e comunicazione ambientale?

Le immagini hanno un fortissimo impatto nell’avvicinare le persone alle istanze ambientali, ma qualche volta vengono usate in maniera troppo astratta. I soggetti umani sembrano stranamente assenti nella maggior parte delle comunicazioni relative a questo tema. Molto dell’immaginario intorno ai cambiamenti climatici, per esempio, è focalizzato e rappresentato attraverso lo scioglimento dei ghiacciai, la deforestazione in Amazzonia, ciminiere fumanti, desertificazione, spesso tramite fotografie aeree, e tutto questo non è cambiato dagli anni ’70 ad oggi. Per quanto struggenti ed emozionanti possano essere, queste immagini, hanno la colpa di de-umanizzare il cambiamento climatico e raramente racchiudono istanze che racchiudano speranza ed azione. Penso che questo stia cambiando ed il nostro lavoro, spero, sia parte di questo cambiamento.

La metà dei vostri profitti sono reinvestiti nel Panos Institute, per sostenere il lavoro dell’istituto su media e comunicazione, globalizzazione, HIV/AIDS, ambiente e conflitti, perché questa scelta?

Panos Pictures è un’evoluzione del Panos Institute. Dopo 11 anni come divisione dell’istituto, abbiamo deciso che, per perseguire i nostri obiettivi, era più rapido ed efficace raccogliere la sfida commerciale che la realtà attuale ci pone davanti e confrontarci come soggetto commerciale, piuttosto che come un istituto no-profit. Istituto che però a mantenuto una quota significativa della società.

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