Green Social Festival 2010: una festa popolare

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di Eleonora Anello

Spettacoli, biciclettate, mostre, giochi, letteratura, cori, dibattiti di approfondimento e confronto, laboratori, incontri per le scuole e ospiti illustri. Questo il ricco programma del Green Social Festival 2010 che si terrà a Bologna per otto giorni a partire dal 12 febbraio, giornata del risparmio energetico di M’illumino di meno.

L’evento è alla sua prima edizione ma, grazie soprattutto alla sua anteprima talk-show, sta già facendo parlare molto di sè. La presentazione, avvenuta l’’11 dicembre scorso, dal titolo “Missione Copenhagen”, proprio perchè si teneva durante i giorni del summit sul clima, è stato un modo per fare il punto della situazione.

Il festival si caratterizzerà per il suo taglio divulgativo e adopererà un linguaggio semplice sia perchè si vuole rivolgere anche ai non addetti ai lavori, sia perchè punta molto sul coinvolgimento giovanile.
Con il patrocinio del Ministero dell’ambiente, al festival sono attesi ospiti di prestigio come Bob Kennedy III, rampollo della famosa dinastia americana, molto attivo in campo ambientale.

4 i macro-temi affrontati: energia e ambiente; vivere e sostenibilità; visione globale e legalità e comunicazione. Nello stabilire una relazione molto forte tra comunicazione e legalità, gli organizzatori sostengono che, in questo particolare periodo storico, la comunicazione è responsabile della perdita dei valori, soprattutto della reiterata violazione della legalità che avviene senza alcuna vergogna.
Ci rivolgiamo ad Enzo Argante, direttore scientifico del Green Social Festival, per chiedere se tale responsabilità vale anche per la comunicazione ambientale.
«Quando ci riferiamo alle responsabilità della comunicazione stiamo parlando del sistema nel suo complesso. Certo che la comunicazione ambientale, direi quella sociale in genere, piuttosto che di solidarietà è esclusa dalla critica».

Vi rivolgete in modo particolare alle giovani generazioni. È maggiormente educativo descrivere un mondo corrotto o è meglio offrire i mezzi e le competenze per permettere ai ragazzi di formarsi una mente critica?
«Non si possono offrire criteri educativi senza le opportune e conseguenziali visioni critiche. I giovani devono comprendere le criticità per poter immaginare e proporre l’evoluzione. È una questione di misura: da una parte il qualunquismo e dall’altra il disfattismo. La virtù – educativa – sta in mezzo».

Chi è alla ricerca di suggerimenti, consigli, testimonianze e proposte speciali al fine di avere un ruolo attivo e concreto per aiutare l’ambiente, non si faccia scappare questo evento.

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