Energie alternative a uso e consumo di tutti

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di Annalisa Audino

Un’associazione particolarmente attiva, una nuova rivista, un parco divertimenti. Ecco i progetti aventi come unico filo conduttore le energie rinnovabili. Alcuni già realtà, altri in fase di realizzazione, rappresentano la nuova sfida del noto giornalista, nonchè divulgatore scientifico, Alessandro Cecchi Paone.

Anter, l’associazione di cui è Presidente, si rivolge in particolar modo ai cittadini e vanta oltre 53mila soci. Eco-design, rivista dalla grafica semplice e accattivante, è indirizzata anch’essa al vasto pubblico, mentre Anter Park, una piccola Disney in versione ecologica, sarà un luogo di svago e di apprendimento per i più piccoli.

E’ stata fondata dall’Anter, sotto la sua direzione, una nuova rivista, Eco-design. Quali sono gli intenti?
«L’intento principale è quello di contribuire ad allargare la discussione nell’ambito della green economy. Le riviste dal taglio esclusivamente tecnico in questo campo sono numerose e poco comprensibili dal lettore comune. Noi cerchiamo invece, di diffondere una cultura delle energie alternative e di alimentarne il più possibile il dibattito culturale. Eco-design è infatti una rivista curata nella grafica e soprattutto nella scelta delle immagini che si esprime attraverso un linguaggio il più possibile responsabile e rispettoso».

Il ruolo dei giovani e dei bambini è un punto cruciale delle campagne di comunicazione ambiente. E da tempo ha avuto successo la teoria dell’“apprendere giocando”. Tra i tanti progetti di Anter vi è anche un parco giochi sulle energie rinnovabili, ANTER PARK, che sembra collegarsi proprio a questo concetto…
«Con questo progetto ludico-didattico, vogliamo preparare le nuove generazioni ai recenti cambiamenti, venendo incontro alla vivacità che contraddistingue i giovanissimi. Per questo cerchiamo di formarli non più solo tramite lezioni tradizionali, ma coinvolgendoli maggiormente e facendoli sperimentare. Vorremmo avvicinarli alla rivoluzione tecnologica facendogli fare esperienza diretta con i nuovi macchianari che producono energia pulita. Si tratta di una vera e propria piccola città autosufficiente dal punto di vista energetico che i bambini potranno far funzionare in prima persona. La città sorgerà nei pressi di Prato e, al momento, è ancora un prototipo».

Il ruolo degli insegnanti e dei genitori è fondamentale nell’educazione (ambientale in questo caso) dei ragazzi. Ma qual è, secondo Lei, quello della televisione e di Internet?
«Internet e la televisione giocano, e in futuro lo faranno sempre di più, un ruolo determinante. L’approvvigionamento delle informazioni infatti avverrà sempre di più tramite questi due mezzi la cui convergenza, oltre a essere annunciata, è già realtà. Ci dobbiamo concentrare su di essi e dobbiamo essere qui presenti attraverso materiali diversi per estendere a un numero sempre maggiore di ragazzi i nuovi saperi».

E come si possono educare gli adulti? Bastano giornate come M’illumino di meno o l’Energy day di Pesaro?
«Io starei attento a non mandare messaggi troppo pauperistici o depressivi. Così facendo rischiamo di non coinvolgere il nostro target. Gli adulti di oggi hanno goduto di un’era ricca di energia e se non puntiamo su una produzione diversa non ci seguiranno. Pur essendo contrario agli sprechi ingiustificati, sono dell’idea che vada comunicata un’illuminazione migliore, come paraltro ha fatto l’edizione 2010 di M’llumino di meno, invece di minacciare scenari di oscuramento».

Secondo Lei quindi come si sta muovendo l’informazione ecologica?
«Sono contento nel vedere di come si stiano moltiplicando le voci soprattutto tramite nuove associazioni e nuovi organi di informazione. La diffusione e la diversificazione non possono fare altro che fare bene alla società. Certo, in Italia siamo arrivati con un po’ di ritardo rispetto ad altri paesi ma, finalmente, benessere ed ecosostenibilità si stanno fondendo».

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