di Paolo Ghiga
Avete mai immaginato di mangiarvi il dito di un gorilla? No? “E allora aspettate di comprare uno snack della Nestlè” direbbe Greenpeace.
Al centro di questa stravagante provocazione sta l’olio di palma che viene utilizzato dall’industria alimentare per la produzione di margarina e in sostituzione di olii, come ad es. quello di girasole, molto più costosi. Alcuni studi hanno ipotizzato possibili danni arrecati alla nostra salute da un uso spropositato ed improprio di tale olio, senza dimenticare gli effetti devastanti legati alle tonnellate di CO2 e altri gas serra liberati nell’atmosfera dovuti alla sostituzione delle foreste pluviali per far posto ai palmeti .
Il video shock proposto da Greenpeace alle ore 12 del 17 marzo e la successiva “occupazione” da parte di un centinaio di attivisti del gruppo degli uffici tedeschi, inglesi e olandesi della Nestlé rappresenta l’ennesimo round dell’incontro di pugilato tra Greenpeace e Nestlé sull’argomento. Quest’ultima, come altri marchi noti quali la Kraft, ora convertitasi, è in rapporti commerciali con Sinar Mas, il più importante produttore in Indonesia di olio di palma. Sono cifre da capogiro quelle fornite da Greenpeace: l’impiego di quest’olio nei prodotti a marchio Nestlé ammonta ad oltre 320.000 tonnellate annue per un consumo che si è raddoppiato nel corso degli ultimi tre anni. E allora cosa c’entrano i gorilla, direte voi?
Durante un match di pugilato spesso si cerca la soluzione del knock-out colpendo sapientemente una certa zona nevralgica dell’avversario (il mento, la milza, ad esempio); nel caso della Nestlé quale miglior bersaglio se non il suo fiore all’occhiello ovvero l’arcinoto snack Kit Kat? L’obiettivo del video girato dall’organizzazione ambientalista è difendere gli Oranghi indonesiani dall’estinzione. Questi ultimi vedono compromesso quasi totalmente il loro habitat naturale, le foreste torbiere, dall’avanzare, spesso illegale, di foreste di olio di palma.
Lo spot, come recitano le note di apertura, è destinato ad un pubblico adulto per via dei contenuti in stile Grand Guignol e mostra un ignaro impiegato alle prese con il suo break mattutino: il consumo della barretta di Kit Kat si conclude, però, inaspettatamente, mostrando una tastiera di pc insanguinata.
Il messaggio è esplicito: “Beccato! Con le mani nel sangue!”. Ogni barretta corrisponde ad una “ferita” inflitta alla foresta e, a scalare, agli ultimi esemplari d’orango.
Il monito è non contribuire ulteriormente all’estinzione di una specie, stimolando la reazione di Nestlé. Reazione pressoché immediata: in un comunicato stampa diramato appena un paio d’ore dopo la pubblicazione sul sito web del video, la Nestlé si dichiara disponibile a rescindere i contatti con Sinar Mas. Meglio non gioire in anticipo, come ben sappiamo alle parole, spesso, non seguono i fatti: questo round si è rivelato favorevole a Greenpeace, non ci resta che attendere il prossimo per comprendere meglio la portata di questa nuova protesta degli ambientalisti militanti.