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di Irene Gozzelino
Il problema dei cambiamenti climatici è ovviamente globale, però non viene ugualmente sentito ed affrontato nei diversi paesi: per esigenze economiche e di sviluppo diverse, per incidenza più o meno marcata delle sue conseguenze, per priorità altre e più impellenti. Se però c’è chi è maggiormente “colpevole” della febbre del nostro pianeta e c’è chi ne è maggiormente vittima, il destino è uno e comune: quello dell’avviarsi inesorabile verso un’epoca di grandi cambiamenti della biosfera, dinnanzi ai quali l’uomo, fra tutte le creature viventi, sembra essere il più vulnerabile. Come manifestare l’allarme e la volontà di agire? Come comunicare in un’unica lingua, se non fatta di uguali parole, fatta di uguali concetti ?
Il progetto Goundring Our Future è stato realizzato per questo: della durata di un anno, finanziato dall’Unione Europea all’interno del programma Youth in Action, ha coinvolto giovani volontari provenienti da Mauritius, Vietnam, India, Italia e Germania e si è concluso il primo ottobre, a Roma, presso la casa dell’Utopia.
Il progetto si è svolto in più fasi: come primo approccio tutti i partecipanti hanno presentato la propria nazione e il relativo punto di vista sui cambiamenti climatici durante dieci giorni di seminario a Karnitz, guidati da personale esperto del KMGNE; a questa fase “preparatoria” né è seguita un’altra, più breve, a Berlino, ed in seguito gli scambi: ogni volontario ha trascorso un mese in un paese coinvolto ospitante dove GOF si è espresso secondo un caleidoscopio di attività quali campagne di sensibilizzazione, seminari, biciclettate.
Il partner italiano è stato il Servizio Civile Internazionale, il cui responsabile del coordinamento nazionale, Roberto Carraro, ha gentilmente risposto ad alcune nostre domande.
Perchè lo SCI Italia ha deciso di partecipare al progetto GOF? Quali erano gli aspetti “attraenti” del progetto?
«Abbiamo pensato il progetto con l’idea di smentire lo stereotipo secondo cui pratiche sostenibili e rispetto per l’ambiente sono una caratteristica solo dei paesi del Nord del mondo. Abbiamo voluto portare avanti un progetto basato sullo scambio orizzontale e reciproco tra nord e sud del mondo, per sentire l’impegno per la giustizia ambientale e climatica come un elemento che ci accomuna anziché divide. Altro obiettivo è stato quello di ricordarci come il sud del mondo sia tragicamente colpito dal riscaldamento globale, pur essendo questo causato sopratutto dai paesi più industrializzati».
Come possono questo tipo di progetti sviluppare consapevolezza nei confronti delle tematiche ambientali più “scottanti” di questo nostro periodo storico?
«Possono farlo nella misura in cui creano partecipazione vera, e vicinanza ad una serie di tematiche da parte di giovani di ogni angolo del pianeta che sono stati attori del progetto e mai spettatori passivi. Questo è stato ciò che abbiamo sempre cercato in Grounding Our Future».
Perché pensi che i prodotti multimediali realizzati e le campagne organizzate nei diversi paesi siano efficaci?
«Perché vivono della partecipazione di chi li ha creati, che li rende attraenti e veri, perché rispecchiano quello che il progetto è stato, come contenuto, come relazioni, come azioni svolte sul territorio».
Per un assaggio di GOF, c’è il video The Proposal che trovate a corredo di questo articolo, per tutto il resto esistono un sito web ed una pagina Facebook.