Una ricetta infallibile che permette di unire la bellezza ammiccante e provocatoria delle vip, a contenuti emotivamente densi e socialmente disturbanti; i corpi delle fotomodelle infatti, sono solo l’alibi per volgere l’attenzione verso le violenze che gli animali sono costretti a subire dalle industrie farmaceutiche, conciarie, alimentari e di intrattenimento in nome del profitto. Scuoiati vivi, pestati, schiavizzati, imprigionati, frustrati, sgozzati, drogati, avvelenati e trucidati: le immagini e le riprese dei mattatoi girano nel web ma nemmeno i più golosi bisteccari sono rimasti a guardarle. Eppure ogni anno l’uomo continua ad uccidere atrocemente oltre 25 miliardi di animali solo per cibo.
Sia negli USA che in Australia sempre più persone decidono di convertirsi agli stili alimentari che escludono gli animali e/o i loro derivati dal menù quotidiano; anche nel nostro paese il movimento è pregnante e, secondo il rapporto Eurispes 2011, circa 5 milioni di italiani hanno scelto di seguire un regime alimentare vegetariano. Oltre all’ideologia animalista, le motivazioni sono ravvisabili nel perseguimento di una dieta più salubre (a base di frutta e verdura) e nella riduzione dell’impatto ambientale: le coltivazioni vegetali comportano un minore spreco di risorse (soprattutto idriche) e la CO2 sprigionata dagli animali di allevamento è maggiore di quella emessa dal trasporto mondiale su gomma.