Messaggio del Segretario Generale in occasione della Giornata Internazionale della Biodiversità

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di Francesca Morra
In occasione della Giornata Internazionale della Biodiversità, nata con l’obiettivo di dare sempre maggior risalto al tema della conservazione della varietà biologica della vita sulla Terra, il Segretario Generale manda un messaggio di speranza nei confronti degli habitat marini sfruttati dall’uomo per fini commerciali e turistici. Di seguito il testo del suo messaggio:

Gli oceani ricoprono almeno i tre quarti dell’intera superficie terrestre. Ospitano la balenottera azzurra, il più grande mammifero mai conosciuto vivente nel nostro pianeta, così come miliardi di minuscoli microorganismi. Dalle spiagge sabbiose agli abissi più profondi, gli oceani e i litorali mantengono in vita un’abbondante biodiversità della quale le comunità necessitano. La pesca è all’origine di più del 15% di proteine animali consumate nel mondo. Gli oceani e le zone costiere forniscono servizi eco-sistemici preziosi, dal turismo alla protezione contro le tempeste. Minuscole piante che operano fotosintesi, chiamate fitoplancton, producono il 50% dell’ossigeno che noi respiriamo. Ora, nonostante la sua importanza, la biodiversità marina, alla quale è dedicata questa Giornata Internazionale, è maltrattata dalla mano dell’uomo. Lo sfruttamento commerciale delle scorte mondiali di pesce è eccessivo. Molte specie si sono ridotte ad una frazione della loro popolazione d’origine. Più della metà delle risorse globali che provengono dalla pesca sono distrutte, ed un ulteriore terzo è esaurito. Si stima che il 30-35% degli ambienti marini più importanti, come alghe, mangrovie e barriere coralline, sia stato distrutto. I rifiuti plastici continuano ad uccidere la vita marina, e l’inquinamento terrestre minaccia di asfissia le acque di alcune aree costiere. In aggiunta a tutto questo, una maggiore combustione di carburanti fossili sta influenzando il clima globale, rendendo la superficie del mare più calda, facendo salire il livello del mare e aumentando l’acidità dell’oceano, con conseguenze che solo ora stiamo cominciando a comprendere.

Ma, c’è ancora una speranza. Un’analisi scientifica condotta nel 2011 ha dimostrato che, nonostante tutti i danni inflitti alla fauna e agli habitat marini nel corso dei secoli passati, [una percentuale] tra il 10 e il 50% delle specie e degli ecosistemi hanno mostrato una certa ripresa quando le minacce umane sono state ridotte o rimosse. Tuttavia, rispetto alla terra – dove quasi il 15% della superficie è sotto qualche forma di protezione – poco più dell’1% degli ambienti marini è protetto.

Ultimamente sono stati compiuti alcuni progressi, in particolare grazie alla creazione di grandi riserve marine e al censimento degli habitat in mare aperto ed in alto mare che rivestono un’importanza ecologica o biologica. In questa Giornata Internazionale per la Biodiversità e in vista della Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile (Rio +20), che si terrà a giugno, dobbiamo impegnarci nuovamente per [continuare a] costruire sui progressi [ottenuti].

Rio +20 deve galvanizzare l’azione per migliorare la gestione e la conservazione degli oceani attraverso iniziative delle Nazioni Unite, [deve incoraggiare] i governi e altri partner per arginare lo sfruttamento eccessivo della pesca, [deve] ampliare le aree marine protette e ridurre l’inquinamento degli oceani e l’impatto del cambiamento climatico. Agendo a livello nazionale, regionale e globale, rafforzando la cooperazione internazionale, possiamo raggiungere l’obiettivo di Aichi per la biodiversità, vale a dire conservare il 10% delle zone marine e costiere da qui al 2020 e, allo stesso tempo, fare un grande passo verso la protezione della biodiversità marina per il futuro che vogliamo.

Ban Ki-moon
Segretario Generale UNRIC


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