di Valeria Rocca
“La Scuola del Baratto”, così si definisce la Trade School Milano, una scuola in cui la parola d’ordine è condividere il sapere, per rendere l’istruzione accessibile a tutti. Elementi distintivi di questa realtà sono la duplicità della figura insegnante / studente, chi oggi insegna domani può essere studente, e viceversa; la temporaneità, vale a dire che le lezioni sono limitate nel tempo; e la proposta di un differente paradigma economico, quello del baratto su scala ridotta. Non si paga, ma si scambia qualcosa: un oggetto, un’idea, un’esperienza. Semplice vero?
Il progetto è nato a New York nel 2010 ed si è diffuso in molte città del mondo, tra cui Milano. Nel 2011, tre ragazzi con in comune un lavoro nel mondo del design, oltre all’intraprendenza, hanno dato vita alla prima edizione della Trade School italiana. Sono Danila Pellicani designer del prodotto, Serena Schimd designer di interni e Alessandro Contini interaction designer. Dopo la prima edizione del progetto, si è aggiunta al team Elèna Beatriz Olavarria Dallo, studentessa di design e project manager.
Visto il grande successo nel mese di maggio 2012 si è svolta la seconda edizione del progetto Trade School Milano. Nei locali di un ex laboratorio di sartoria, ospiti dell’agenzia ACCURAT/3, è nato uno spazio di co-working in cui, per 3 settimane, si sono susseguite lezioni di tutti i tipi: dalla scrittura, al cucito giapponese, alla musica elettronica, per proseguire con la cucina vegana, lo yoga e molto altro ancora. Insomma una babele di appuntamenti.
Per sapere come è andata abbiamo contattato i fondatori della Trade School Milano, ai quali abbiamo rivolto alcune domande.
Quali sono state le novità di questa seconda edizione?
«Durante la prima edizione di Trade School Milano abbiamo sperimentato quasi per caso alcune lezioni fuori sede, direttamente negli atelier di due artisti. Gli studenti sono entrati nei laboratori, negli spazi privati (solitamente inaccessibili) degli insegnanti e questo ha fatto si che si creasse una bella atmosfera, quasi intima, tutti molto più rilassati e a loro agio. Questa cosa è piaciuta moltissimo tanto a noi quanto ai partecipanti, così quest’anno abbiamo deciso di riproporre l’iniziativa per due sabati di lezioni speciali, ospitati da realtà milanesi di spicco in vari ambiti artistico/culturali direttamente nei loro spazi. Il primo sabato siamo stati ospiti della redazione di Rockit con lezioni a tema musica, il sabato successivo i ragazzi di Vectorealism ci hanno insegnato come progettare un oggetto e tagliarlo con il laser.››
Siete soddisfatti dei risultati raggiunti?
«Siamo molto contenti dei risultati raggiunti in questa seconda edizione, eravamo preparati all’entusiasmo degli studenti e degli insegnanti, che già l’hanno scorso ci avevano travolto, ma non ci aspettavamo una partecipazione così attiva e intensa. Le lezioni si sono riempite in poche ore e il passaparola ha fatto si che il numero di persone interessate crescesse mano mano che andavamo avanti.››
Quali sono le novità per il futuro? A quando una nuova iniziativa?
«La seconda edizione si è appena conclusa e siamo già al lavoro per capire come può evolversi il progetto. Per il momento non vogliamo svelare nulla, sappiamo di per certo che abbiamo voglia di continuare, il come e il dove lo scoprirete presto.››
Vi siete incuriositi? Allora seguiteli sul loro sito dove, come ci hanno promesso, ci saranno presto delle novità. E se condividete i valori della Trade School e siete interessati ad aprire e gestire, in modo volontario, una sede nella vostra città, visitate il sito americano, cliccate sull’icona “Trade School everywhere “e li troverete tutte le informazioni utili. L’obiettivo futuro è l’apertura di nuove sedi in tutto il mondo.
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